Page 112 - Un fisico in salotto
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Una pausa nautica
Non si può continuare a parlare di fisica e di filosofia ininterrottamente, in
compagnia di amici. Giustamente qualcuno sbadiglia perché non si sente direttamente
coinvolto in questi argomenti. È il momento nel quale la padrona di casa offre quello
che ha preparato per allietare la serata.
«Gradisce (o gradisci, a seconda della confidenza) qualcosa? Le (o ti, a seconda
della confidenza) posso offrire un whisky?» «Ha (o hai, a seconda della confidenza)
per caso un ouzo?» «Che combinazione! Ne ho giusto una bottiglia, che abbiamo
comperato quest’estate in Grecia!»
L’ouzo è un liquore dolce, simile alla nostra anisetta o alla sambuca, che a me
piace molto. Mi ricorda proprio la Grecia, che amo moltissimo. Mi piace navigare
con il mio piccolo catamarano a vela nelle acque che bagnano la penisola Calcidica,
d’estate, con mia moglie e mia figlia a bordo. Ho imparato un po’ dell’arte del
navigare da mio fratello che è un esperto velista.
Molti anni fa, quando ero agli inizi come intrepido navigatore, mi ha indicato le
manovre necessarie per navigare anche con il vento (quasi) contrario (cioè di
bolina).
Ricordo che quando da bambino mi raccontavano le avventure del bisnonno
(quello del binocolo che smontavo e rimontavo), mi dicevano che tante volte lui
aveva affrontato le difficoltà di navigare ‘contro vento’. Io non replicavo, ma dentro
di me pensavo che fosse una leggenda, che fosse impossibile navigare se non con il
vento in poppa!
In effetti, a prima vista, sembra ‘miracoloso’ che si possa navigare risalendo il
vento. Ma ciò è dovuto al fatto che siamo istintivamente portati a pensare che un
certo movimento possa essere ottenuto soltanto con una spinta ‘alle spalle’; come
avviene per far partire la nostra automobile con la batteria scarica!
Ma se ci ricordiamo di un gioco che abbiamo fatto da bambini, vediamo che non
sempre le cose vanno in questo modo e non ce ne meravigliamo. Il gioco in questione
è la ‘pulce’: consiste nel far saltare in avanti una fiche da poker premendola con
un’altra verso il basso, cioè in una direzione addirittura perpendicolare a quella del
salto che vogliamo ottenere. E anche se premiamo in una direzione non proprio
perpendicolare ma un po’ contraria a quella del salto che vogliamo ottenere,
vediamo che le cose vanno ugualmente come desideriamo.
Ebbene, otteniamo la massima velocità di navigazione proprio quando il vento
investe la nostra barca a vela perpendicolarmente alla rotta che vogliamo seguire.
Ovvero, con linguaggio da marinaio, quando abbiamo il vento al traverso. E anche
se il vento viene in direzione un po’ contraria a quella della nostra rotta, andiamo
avanti lo stesso.
Se a un nostro amico le cose vanno bene nella vita, diciamo che ha ‘il vento in
poppa’. Beh, dovremmo dire che ha ‘il vento al traverso’!
Il mio bisnonno materno fu veramente un grande navigatore e certamente non ebbe
sempre il vento al traverso, nelle tempeste che incontrò a Capo Horn e in tante altre