Page 22 - Fisica per non fisici
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non ha motore e quindi è sempre fermo rispetto all’aria circostante anche se, rispetto

          al  suolo  o  alla  superficie  dell’oceano,  sta  viaggiando  a  cento chilometri  l’ora.  Il
          vento non vi fa dunque avvertire la sua presenza anche se è molto intenso. Così pure,
          rispetto al pallone, la pioggia cade perpendicolarmente e, con il pallone sopra la

          vostra testa, non vi bagnerete; se non per le gocce che scivoleranno sulla superficie
          del pallone e cadranno nella cesta. La scena che avrei dovuto girare con la macchina
          da presa a bordo del pallone avrebbe dovuto dunque mostrare una calma assoluta.

          È  interessante  discutere  anche  un’altra  questione.  Alcuni  pensano  che  in  fase  di

          atterraggio  è  meglio  che  un  aeroplano  si  trovi  a  procedere  controvento.  E  hanno
          ragione:  infatti,  una  volta  che  il  carrello  avrà  toccato  terra,  il  vento  eserciterà
          un’azione  frenante  che  favorirà  la  rapida  diminuzione  di  velocità  dell’aereo.  E

          allora, in fase di decollo, è meglio che il vento investa l’aereo di coda? In questo
          modo la spinta del vento favorirà l’incremento della velocità fornito dalla spinta dei
          motori... Se la pensate così non siete bravi piloti! Anche il decollo deve avvenire
          preferibilmente controvento e possiamo rendercene conto con questa considerazione.
              Supponiamo  che,  in  calma  di  vento,  l’aereo  debba  raggiungere  centocinquanta

          chilometri  l’ora  per  decollare.  Ma  ora  supponiamo  che  l’aereo  sia  ancora  fermo
          all’inizio  della  pista e  sia  presente  un  vento  contrario  –  poniamo  –  di  cinquanta
          chilometri l’ora. Lungo le ali dell’aereo, nonostante questo sia fermo, è già presente

          una  corrente  d’aria  di  cinquanta  chilometri  l’ora  che  le  investe. All’aereo basterà
          correre  sulla  pista  a  soli  cento  chilometri  l’ora  affinché  la  sua  velocità  rispetto
          all’aria  sia  quei  centocinquanta  chilometri  l’ora  che  sono  sufficienti  a  farlo
          decollare. Peraltro, correndo a minore velocità, l’aereo potrà decollare anche da una
          pista più corta di quella dalla quale sta partendo.

              E  proprio  quest’ultima  considerazione  ci  fa  capire  che  è  meglio  atterrare
          controvento  non  soltanto  perché,  una  volta  a  terra,  il  vento  aiuterà  la  frenata
          dell’aereo; meglio ancora, questa circostanza farà sì che l’aereo si avvicini alla pista

          con  minore  velocità  rispetto  alla  pista  stessa. Anche  in  questo  caso  una  semplice
          valutazione  numerica  ci  aiuta  a  capire  la  questione.  Supponiamo  che un  piccolo
          aereo da turismo, in fase di atterraggio, debba procedere nell’aria a una velocità di
          cento  chilometri  l’ora.  Se  in  questa  fase  l’aereo  si  trova  in  presenza  di  un  vento
          contrario che soffia a venti chilometri l’ora, l’aereo si avvicinerà alla pista soltanto

          a ottanta chilometri l’ora: il compito del pilota sarà facilitato e l’aereo percorrerà
          meno pista prima di fermarsi.


          Facciamo un’ultima considerazione importante. Se fate il bagno in un fiume, è vero
          che  è  molto  meno  faticoso  nuotare  in  favore  di  corrente  piuttosto  che  nuotare
          controcorrente? Saremmo tentare di rispondere sì, non è vero? Invece la risposta è
          no!
              La fatica per eseguire le nostre bracciate è la stessa in entrambi i casi. Però, se
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