Page 19 - Fisica per non fisici
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Figura 3.  Il piccolo arco indicato da una freccia tratteggiata rappresenta la variazione del vettore velocità in un
          breve intervallo di tempo.



              Vediamo che la variazione della velocità corrisponde al piccolo arco descritto
          dalla punta della freccia. Nella realtà, finita la curva, la strada continua in rettilineo

          ma,  poiché  ci interessa sapere soltanto quello che succede in curva, immaginiamo
          che la strada sia una pista circolare e dunque che la nostra auto descriva un’intera
          circonferenza.  In queste condizioni il calcolo dell’accelerazione è molto semplice,

          come vediamo subito.
              Di quanto è variata la velocità alla fine del giro?
              È  immediato  rendersi  conto  che  in  queste  condizioni  la  punta  della  freccia  ha
          compiuto un giro completo. In altre parole ha descritto una circonferenza di raggio
          uguale alla lunghezza della freccia, cioè uguale all’intensità v della velocità. Allora

          la variazione complessiva della velocità, che chiamiamo brevementeΔv, è proprio la
          lunghezza di tale circonferenza che (come dovremmo ricordare dalle scuole medie...)
          vale 2πv. Dunque:



                                                      Δv = 2πv                                             (8)


          D’altra  parte,  quanto  tempo T  ha  impiegato  l’auto  a  percorrere  un  giro  completo
          della pista? Se l’auto è andata sempre a velocità di modulo v, il prodotto vT è uguale

          alla lunghezza dell’anello stradale che è uguale a 2πr dove r è il raggio di curvatura
          della pista. Abbiamo dunque:



                                                       vT = 2πr


          cioè:
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