Page 149 - Fisica per non fisici
P. 149

luce della nostra e di tante altre lampadine sparse per la galassia!
              Insomma, ci rendiamo conto che la velocità della luce è una costante universale
          indipendente  appunto  da  qualsiasi  situazione:  qualsiasi  sia  il  moto  della  sorgente
          rispetto a quello dell’osservatore.

              Tutto  ciò  è  assolutamente  verificato  nella  realtà  sperimentale,  fantascienza  a
          parte. E questa circostanza fondamentale, della quale dobbiamo prendere atto, è uno
          dei  punti  di partenza per la formulazione delle Teoria della Relatività di Einstein.
          Riassumendo, essa è dunque basata essenzialmente su due assunti:


          1) La velocità della luce (nel vuoto) è una costante universale.
          2) Vale il principio di relatività.





          Le trasformazioni di Galileo


          Da questo momento in poi dovremo fare un po’ di matematica. Ciò è inevitabile: se

          si vuole capire la Teoria della Relatività non è possibile esprimersi semplicemente a
          parole.  La  fatica  che  farete  nelle  prossime  pagine  sarà  ampiamente  ricompensata
          (almeno spero) dal fatto che alla fine sarete notevolmente addentro nella materia.





          E così, supponiamo che un treno viaggi a 100 Km/h e un passeggero cammini a 3
          Km/h lungo il corridoio di un vagone andando verso la testa del convoglio. Con che
          velocità  si  sta  muovendo  il  passeggero  rispetto  alla  superficie  terrestre?  In  fisica

          galileiana la risposta si ottiene semplicemente sommando le velocità, come abbiamo
          discusso tante volte. Nel nostro caso, la velocità risulta 103 Km/h. In altri termini,
          indicata con V la velocità del treno e v  quella del passeggero rispetto al vagone, la
                                                         p
          velocità  del  passeggero  rispetto  alla  superficie  terrestre,  che  indicheremo  con v ,
                                                                                                             T
          risulta:



                                                     v  =V + v  p                                         (59)
                                                      T


          Questo  risultato,  così  semplice,  può  apparire  del  tutto  banale;  ma  è  interessante
          capire a fondo la sua origine. E per questo è importante vedere come esso sia una
          conseguenza  della  validità  delle Trasformazioni  di  Galileo,  che  ci  dicono  come
          sono collegate le coordinate di un punto nello spazio se si passa da un certo sistema

          di riferimento inerziale a un altro anch’esso inerziale, che dunque si muove di moto
          traslatorio uniforme rispetto al primo. Osserviamo a questo proposito la figura 69.
   144   145   146   147   148   149   150   151   152   153   154