Page 131 - Fisica per non fisici
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che  esercita  la  pressione  di  radiazione  sul  nucleo  centrale  della  cometa  e  «soffia

          via» – per così dire – le minuscole particelle che vanno a formare la coda.
              Dunque, la freccia in alto a sinistra nella figura 58 non rappresenta la velocità
          della  cometa:  piuttosto,  essa  indica dov’è  il  Sole;  fuori  campo  nella  foto,

          evidentemente!




          La costante di Planck



          L’esistenza  della  pressione  di  radiazione  è  facilmente  interpretabile  in  termini  di
          fotoni,  cioè  pensando  a  un  raggio  luminoso  come  a  uno  sciame  di  minuscole
          particelle.  In  questi  termini  possiamo  pensare  alla  pressione  di  radiazione  come

          manifestazione complessiva degli urti che avvengono tra i fotoni e le particelle che
          costituiscono il nucleo centrale della cometa.
              Va  detto  che  quando  osserviamo  un  raggio  luminoso  noi  non  vediamo  la  luce
          fotone per fotone ma un fluire di radiazione senza soluzione di continuità. Un raggio
          luminoso è infatti costituito da un numero immenso di fotoni e dunque quello che noi

          percepiamo è un effetto medio; proprio come, durante un acquazzone, non sentiamo il
          rumore della pioggia a goccia a goccia ma uno scrosciare di intensità costante che è
          l’effetto  globale  medio  del  rumore  prodotto  dalle  singole  gocce  quando  esse

          raggiungono il suolo. Ebbene, la fisica mostra che in un raggio luminoso di lunghezza
          d’ondaλ,  ciascun  fotone  che  lo  compone  possiede  una  quantità  di  moto q  data  da
          questa semplice relazione:


                                                       q = h/λ                                            (49)



          Nella formula precedente h è una costante numerica che, come la velocità della luce
          e la costante gravitazionale G, è una costante universale, conosciuta come costante

          di  Planck.  Come  per G,  anche  stavolta  la  Natura  ha  deciso  per  un  valore
          piccolissimo. Se stabiliamo di misurare le distanze in metri, le masse in chilogrammi
          e gli intervalli di tempo in secondi, il valore di h è il seguente:


                                                  h = 6,6 ⋅ 10   –34                                      (50)



          Ricordiamoci cosa significa la notazione precedente, che abbiamo già incontrato a
          proposito del valore della costante gravitazionale:



                               h = 0,00000000000000000000000000000000066


          Quanti  zeri,  in  tutto?  Contateli:  se  ho  scritto  bene  dovrebbero  essere  34  zeri,
          compreso quello prima della virgola!
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