Page 118 - Fisica per non fisici
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Ma vediamo un’altra importante fonte di errori di misura che si ha pur rimanendo
          nell’ambito della sensibilità degli strumenti utilizzati. Ci accorgiamo infatti che una
          misura è generalmente affetta da quelli che vengono chiamati errori casuali.

              A questo proposito, supponiamo di voler misurare, con la nostra riga da disegno,
          l’altezza h  alla  quale  si  trova  un  certo  oggetto  sospeso  a  qualche  metro  dal
          pavimento.
              Per  eseguire  questa  misura  possiamo  prendere  un  filo  a  piombo  e  sospenderlo

          all’altezza dell’oggetto in questione facendo in modo che la punta tocchi il suolo.
          Segniamo  sul  filo  il punto  di  sospensione,  poi  misuriamo  la  lunghezza  del  filo  a
          piombo,  tenendolo  bene  teso  su  un  tavolo.  Riportando  la  riga  lungo  il  filo,
          supponiamo di ottenere come risultato della nostra misura:



                                                     h = 3,412 m


          Giustamente,  scrivendo  il  risultato  della  misura  siamo  arrivati  all’indicazione  dei
          millimetri, che è quanto di meglio ci consente l’uso della riga.

              Immaginiamo poi di eseguire nuovamente la misura dell’altezza di quell’oggetto,
          ripetendo tutte le operazioni che abbiamo eseguito in precedenza. Riprendiamo cioè
          il filo a piombo, lo sospendiamo, e così via. Ebbene, quasi sicuramente ci capiterà

          di trovare un risultato diverso. Per esempio:


                                                     h = 3,416 m


          e, ripetendo ancora molte volte la stessa misura, troveremo per esempio:



                                        h = 3,410; 3,413; 3,412; 3,414; …



          Non dobbiamo sorprenderci nell’aver trovato ogni volta valori che possono essere
          diversi tra loro. Infatti, se riconsideriamo tutte le operazioni che dobbiamo fare per
          ottenere il numero che esprime l’altezza del nostro oggetto dal suolo, ci accorgiamo
          che  ogni  volta  intervengono  fattori  imponderabili,  cioè  dei  quali  non  riusciamo  a
          tenere  conto,  che  dunque  alterano  a  caso  il  risultato  della  misura.  Sono  proprio

          questi fattori a introdurre quelli che chiamiamo appunto errori casuali.
              Per esempio, quando tendiamo il filo sul tavolo, a volte lo facciamo un po’ più o
          un po’ meno della volta precedente oppure di quanto non lo faccia il peso del filo a

          piombo quando  questo  è  sospeso.  Qualsiasi  filo,  di  qualsiasi  materiale  sia  fatto,
          presenta sempre una certa elasticità e dunque è soggetto a variazioni di lunghezza a
          seconda  di  quanto  viene  teso.  Per  conseguenza  la nostra  misura  risulta  ogni  volta
          diversamente influenzata dall’entità di questa tensione.  Così pure, per misurare la
          lunghezza del filo dobbiamo riportare più volte la riga da disegno, che è lunga un
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