Page 117 - Fisica per non fisici
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A minore B


          D’altra  parte,  se  abbiamo  raggiunto  per  le  scale  proprio  la  cima  della  torre,
          possiamo  dire  che A  è uguale  a B?  Prima  di  rispondere  facciamo  queste

          considerazioni.
              Confrontando le misure di una qualsiasi grandezza fisica, come la quota alla quale
          si trova un certo oggetto, possiamo trovare:



                                      A maggiore di B oppure A minore di B


          Ma che senso avrebbe contemplare la possibilità di avere A=B? A rigore, nessuno!
          Significherebbe  infatti  affermare  che  abbiamo  misurato A  e B fino alla centesima,

          alla  millesima  cifra  decimale  e  così  via  fino  all’infinito,  trovando  per A  e B
          esattamente lo stesso numero. Un compito che è ovviamente impossibile portare a
          termine.
              Possiamo  tuttavia  dare  un  significato  all’uguaglianza A=B.  Precisamente,
          affermare che due grandezze fisiche A e B sono uguali va inteso nel modo seguente: il

          valore  di A  rientra nel  margine  di  imprecisione  della  misura  di B  e  viceversa.
          Ovvero, possiamo dire che in fisica due grandezze sono uguali quando... non siamo
          in grado di stabilire quale delle due è maggiore dell’altra.


          Le considerazioni precedenti ci aiutano a capire quello che forse, tutto sommato, già
          ci aspettiamo e cioè che non è possibile conoscere esattamente il valore numerico di
          una  certa  grandezza  fisica.  Piuttosto,  ogni  misurazione  è  sempre  accompagnata  da
          quello  che  viene  chiamato  un errore  sperimentale.  Questo  non  significa  uno

          «sbaglio», nel senso comune della parola; significa che c’è sempre un margine di
          incertezza  nella  valutazione  numerica  di  una  grandezza  fisica.  Questa  circostanza
          deve essere sempre tenuta presente in tutti gli esperimenti, da quelli che possiamo

          eseguire  magari  in  casa  a  quelli  che  vengono  condotti  nei  grandi  laboratori  di
          ricerca. Da cosa sono originati questi margini di incertezza?

          Come prima considerazione, dobbiamo tenere conto della sensibilità degli strumenti
          che  utilizziamo  per  le  misure  e  cioè  delle  minime  differenze  che  possono  essere

          apprezzate dalla lettura degli strumenti stessi.
              Per esempio, una riga da disegno ha una suddivisione che arriva ai millimetri e
          cioè la sua sensibilità è 1 mm. Per conseguenza, quando misuriamo la lunghezza di un

          bastoncino possiamo trovare – tanto per fare un esempio – 34,7 cm; ma che dire dei
          decimi o dei centesimi di millimetro? Evidentemente non ha proprio senso pensare a
          una loro precisa valutazione numerica anche se a occhio ci sembra che il bastoncino
          sia  lungo  magari  un  altro  mezzo  millimetro.  E  così  diciamo  che  la  misura  della
          lunghezza è comunque affetta dall’errore di sensibilità della riga.
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