Page 14 - Orto. Dal balcone al campo.
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figlio del nostro tempo ed è una risposta ai nostri bisogni attuali di dare le basi a un futuro più
      verde e piacevole.





      Breve storia dell’orto



      La pratica dell’agricoltura è nata più di diecimila anni fa, quando l’uomo imparò a coltivare
      ciò di cui aveva bisogno. Non credo esista una storia ufficiale dell’orto. Possiamo piuttosto

      dire  che,  nel  corso  del  tempo,  si  siano  affermati  dei  modelli  di  riferimento  per  come

      impostarlo. L’idea di coltivare in uno spazio delimitato e separato dall’ambiente circostante
      trova la sua massima espressione nell’Hortus conclusus, nato per difendere le coltivazioni in

      prossimità delle città. Intorno all’anno 1000, la pratica monacale favorisce lo sviluppo degli

      orti-giardino chiusi. Nella simbologia del tempo, l’Hortus conclusus medievale era un luogo
      che  proteggeva  dal  male,  che  racchiudeva  una  natura  incontaminata,  una  sorta  di  Eden.  Se

      vogliamo,  questa  idea  di  raccoglimento  e  di  pace  legata  all’orto  è  rimasta  ancora  oggi.  In

      ambito  domestico,  è  un  luogo  in  cui  ritrovare  un’armonia  che  fuori  dalle  mura  di  casa  è
      difficile avere. Successivamente, con l’espansione del tessuto urbanizzato vengono inglobati

      anche gli appezzamenti di terreno destinati alla coltivazione, trasformandoli in orti-giardino
      per le case private.

         Nel XVI secolo, quando il pensiero scientifico attraverso la medicina e la botanica tenta di

      dare  le  risposte  alle  domande  più  difficili  dell’epoca,  nascono  gli  orti  botanici,  ben  più
      razionali  rispetto  all’Hortus  conclusus.  Gli  orti  di  Versailles  lasceranno  il  loro  segno  nei

      secoli. Quando li ho visti dal vivo sono rimasto pietrificato, non c’è niente di più bello per un
      appassionato ortista. Un paesaggio magnifico, tutto da mangiare. Progettato dal giardiniere più

      famoso della corte del Re Sole, il Potager du Roi nasce con l’idea di coltivare frutta e verdura

      per nutrire l’intera corte.
         Nel  Novecento  nascono  complessi  abitativi  semi-rurali  dove  poter  coltivare  vicino  alle

      abitazioni.  L’architetto  paesaggista  Giulio  Crespi,  nel  suo  libro  Orti  urbani:  una  risorsa,

      definiva  gli  orti  urbani  come  «un  appezzamento  al  massimo  di  qualche  centinaio  di  metri
      quadrati, a orientamento policulturale, coltivato direttamente dall’interessato con l’eventuale

      aiuto dei famigliari, il cui prodotto serve in maniera preponderante per l’autoconsumo e si

      mette in un ciclo di economia di baratto». Quello che descrive Giulio Crespi è lo scenario
      urbano dei primi del Novecento, simile al modello agricolo dei contadini medievali descritti

      dallo storico Slicher Van Bath nel suo Storia agraria dell’Europa Occidentale. Si può quindi
      dire che, in piena epoca industriale, riprende vita un’economia rurale simile nel suo genere a
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