Page 11 - Orto. Dal balcone al campo.
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Fare l’orto: una moda?



      Ultimamente gli ortisti si chiedono sempre più spesso: ma sarà una moda? Sarà che coltivare
      l’orto è un po’ come vestirsi alla moda? Io credo che non sia così, credo ci sia qualcosa di

      più, un cambiamento nella visione del mondo, un sovvertimento dell’ordine delle cose, per cui
      ciò  che  era  brutto  e  faticoso  –  come  coltivare  l’orto  –  è  diventato  piacevole,  divertente  e

      affascinante.

         Ho potuto sperimentare concretamente questo cambiamento attraverso un piccolo episodio
      che  mi  è  capitato  tornando  dal  lavoro  all’Erba  Brusca  (il  primo  ristorante  di  Milano  con

      l’orto),  dove  mi  occupo  dell’orto.  Carico  di  verdure  appena  raccolte,  le  mani  e  le  scarpe

      sporche di terra, mi sono fiondato in metropolitana per tornare a casa e ho avvertito su di me
      gli sguardi delle persone, che stranamente non erano di disapprovazione. La gente mi guardava

      con ammirazione. Mi sono sentito un eroe, anche se non avevo una tuta attillata con una lettera

      stampata sul torace, ma dei semplici jeans sporchi di terra e le verdure appena raccolte che
      spuntavano  da  un  sacchetto  ricolmo.  Questo  non  è  stato  l’unico  episodio  del  genere,  negli

      ultimi anni mi è capitato più volte di trovarmi al centro dell’attenzione in mezzo a un orto,
      mentre svelavo la magia degli ortaggi a bambini e adulti rapiti dai suoi segreti. L’episodio

      della metropolitana però è stato singolare, perché ero fuori dal contesto ma, sebbene fossi

      vestito  da  ortista,  non  sembravo  strano  per  il  pubblico,  suscitavo  interesse,  non
      disapprovazione.

         Il  segnale  del  cambiamento  culturale  mi  è  giunto  anche  attraverso  il  forte  interesse  dei
      media: negli ultimi anni, grazie anche ad alcune iniziative in corso a Milano, come gli orti

      collettivi, sono usciti molti articoli e molte interviste. Ho sempre trovato particolare la grande

      curiosità  dei  media  verso  una  cosa  semplice  come  l’orto.  Ma  adesso  qualcosa  è  davvero
      cambiato: è in atto un processo davvero interessante, differente. Intanto non si coltiva più la

      terra come un tempo, le tecniche sono migliorate molto (permacultura, biologico, biodinamico,

      agricoltura naturale), le informazioni a disposizione sono aumentate, è più facile imparare da
      zero a coltivare e l’approccio alla terra da parte della collettività è più attento e responsabile.

      Non  coltiviamo  più  solo  con  l’intento  di  raccogliere  un  prodotto  alimentare  per

      l’autosufficienza totale, lo facciamo con uno spirito di consapevolezza maggiore, sappiamo
      che è un’attività che ci fa bene, che ci fa riprendere il contatto con l’ordine naturale delle

      cose,  ci  fa  sentire  utili  e  soddisfatti,  insomma  ci  rimette  in  sesto.  Al  di  là  di  sensazioni
      personali, però, sono convinto che l’orto sia qualcosa di naturale e spontaneo da realizzare e
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