Page 36 - Via Crucis
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occupano  del  caso:  i  teologi,  i  medici,  i  vescovi  che  valutano  le  cause.  Una  cifra

          destinata comunque a lievitare, tra l’attività dei ricercatori, l’elaborazione della positio
          del candidato, una sorta di curriculum con tutte le sue opere e, infine, il coordinamento
          del postulatore. In media il costo arriva intorno a mezzo milione di euro. A questi soldi

          vanno  poi  aggiunti  tutti  quei  «ringraziamenti»  che  i  prelati  che  sono  stati  chiamati  a
          pronunciarsi sulle gesta e i miracoli del futuro santo o beato ricevono quando vengono
          invitati a feste e celebrazioni, in concomitanza con i momenti cruciali della pratica. Ci
          sono  anche  casi  record  che  hanno  raggiunto  i  750mila  euro,  come  ad  esempio  il
          processo che ha portato alla beatificazione, nel 2007, di Antonio Rosmini.

            Con Giovanni Paolo II la «fabbrica dei santi» ha sfornato 1338 beati in 147 riti di
          beatificazione e 482 santi in 51 celebrazioni.  Numeri astronomici, superiori a quelli
          raggiunti in tutta la storia della Chiesa. Numeri che spinsero Wojtyla già dal 1983 a

          disporre che i fondi delle cause fossero amministrati dai postulatori e che proprio loro
          avessero  il  «dovere  di  tenere  una  contabilità  regolarmente  aggiornata  sui  capitali,
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          valori,  interessi  e  denaro  in  cassa  di  ogni  singola  causa».   Insomma,  i  postulatori
          compiono  un’attività  delegata  che  va  necessariamente  controllata.  Ma  a  quanto  pare

          nessuno controlla nulla.
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