Page 31 - Via Crucis
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Tutti gli uomini della commissione
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I consiglieri sono quasi tutti europei, a eccezione di George Yeo, uomo esperto di
numeri che ha ricoperto per anni la carica di ministro nel suo paese d’origine,
Singapore. Molto conosciuto e stimato in Oriente, con un passato di tutto rispetto nelle
Forze armate, a metà degli anni Ottanta è stato tra l’altro capo di Stato maggiore
dell’Aeronautica. In Vaticano, Yeo ha un estimatore di rilievo: il cardinale australiano
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George Pell, che per conquistarsi un ruolo importante nella fase di rinnovamento
segue con molta attenzione le mosse del papa.
L’unico italiano presente è una donna, ed è la più giovane della commissione. Si
chiama Francesca Immacolata Chaouqui, trentenne, nata in un piccolo paese in
provincia di Cosenza da madre italiana e padre francese di origine marocchina, un
passato in Ernst & Young, dove si è occupata di relazioni pubbliche e comunicazione,
ancor prima si è fatta le ossa lavorando per il potentissimo studio legale Orrick,
Herrington & Sutcliffe Italia. È sposata con un informatico che ha lavorato a lungo nella
Città del Vaticano, toccherà a lei occuparsi della costituzione di un nuovo dipartimento
che gestirà tutta la comunicazione del Vaticano, dalla sala stampa a «L’Osservatore
Romano».
Entra in commissione anche Jean-Baptiste de Franssu, manager francese nel settore
della consulenza strategica. Bertone lo aveva portato in Vaticano, candidandolo a più
incarichi: da quel giorno in pochissimo tempo farà una carriera fulminante nei sacri
palazzi. 23
C’è poi lo spagnolo Enrique Llano, ex Kpmg, amico personale di John Scott,
vicepresidente di Kpmg Worldwide, società leader nella consulenza contabile e
manageriale. Dalla Francia arriva invece Jean Videlain-Sevestre, il consigliere più
anziano, con un importante passato in Citroën e Michelin, anche lui esperto nel settore
della consulenza e degli investimenti. È Sevestre che indica subito ai colleghi la linea
da seguire nelle indagini: «Il nostro comitato deve essere irreprensibile, indipendente e
competente», scrive alla vigilia dell’attesa prima riunione del gruppo. Bisogna aiutare
il santo padre nell’obiettivo che già lui aveva indicato ai tempi in cui era arcivescovo
in Argentina: «Il nuovo papa deve essere in grado di ripulire la curia romana», così
aveva testualmente detto a un gruppo di religiosi del movimento di Schoenstatt. 24
La squadra al completo sceglie un modesto ufficio operativo a Santa Marta. Stanza
127, situata al primo piano: pochi scalini, il corridoio e si arriva al cospetto del papa.
L’ufficio verrà ribattezzato «Area 10», dalla somma dei numeri della stanza. Ma sarà il
segretario della commissione Nicola Maio a trovare il nomignolo più indicato: la
«stanza di san Michele», proprio quell’arcangelo Michele indicato come protettore dei
delicati lavori. Una scelta tutt’altro che casuale: l’arcangelo Michele, alato, in armatura