Page 29 - Via Crucis
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mezzo milione di euro, venne prima isolato e in seguito delegittimato, destituito e
mandato in esilio come nunzio apostolico negli Stati Uniti. Proprio il drammatico
allontanamento di Viganò fu uno dei motivi che convinse l’allora maggiordomo di
Benedetto XVI, Paolo Gabriele, a contattarmi e consegnarmi la fitta corrispondenza del
monsignore con il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e con il santo padre. Missive
che documentavano sperperi, corruzioni e ingiustizie in Vaticano e che sono al centro
del mio libro precedente, Sua Santità.
Per Zahra è un incarico inaspettato. Entra in fibrillazione. Da funzionario laico, in
pochi anni sta bruciando le tappe all’interno della curia. Ora dovrà concentrarsi solo
sugli affari del Vaticano. Zahra rientra nella sua bella casa a Balzan, un paesino di
quattromila anime nel cuore di Malta, chiude le pratiche pendenti e rilegge i verbali
delle semestrali riunioni dei revisori internazionali. Dopo tante denunce cadute nel
vuoto con Benedetto XVI ora pare che Francesco premi chi segnala le anomalie. Non
solo Zahra è stato eletto presidente, anche un altro revisore, il tedesco Jochen
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Messemer, entra nella commissione pontificia.
Nel frattempo, dall’ufficio della sua società di consulenza finanziaria al primo piano
del Fino Building, in Notabile Road a Mriehel, sempre nell’isola di Malta, l’assistente
di Zahra, Marthese Spiteri-Gonzi, segue tutte le operazioni per lo sbarco alla Casa di
Santa Marta, dove risiede Francesco.
Il 18 luglio l’atto formale per istituire la commissione d’inchiesta è firmato dal santo
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padre. La commissione si chiama Cosea, acronimo che racchiude una missione
ambiziosa: Pontificia commissione referente di studio e d’indirizzo sull’organizzazione
della struttura economico-amministrativa della Santa sede. Le funzioni della nuova
struttura sono sintetizzate nel documento di costituzione formale, divise in sette punti.
Al punto 3 il pontefice è chiaro: le amministrazioni investigate «sono tenute a una
sollecita collaborazione con la commissione stessa. Il segreto d’ufficio e altre eventuali
restrizioni stabilite dall’ordinamento giuridico non inibiscono o limitano l’accesso
della commissione a documenti, dati e informazioni necessari allo svolgimento dei
compiti affidati». Insomma, autonomia e facoltà d’indagine della commissione saranno
totali. Ogni domanda dovrà trovare risposta. Non potrà essere opposto alcun segreto.
Insieme a Zahra lavoreranno altri sette membri: un coordinatore e sei consiglieri,
«tutti nominati dal sommo pontefice – prosegue il documento istitutivo –, esperti delle
materie giuridiche, economiche, finanziarie e organizzative da trattare». Il
coordinamento e raccordo con il mondo ecclesiale sarà affidato al segretario della
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Prefettura, monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda, sacerdote dell’Opus Dei che ha
conquistato la fiducia di Francesco. Il pontefice è ben consapevole che attaccare le
incrostazioni e i centri di potere vuol dire aprire una partita delicatissima: «La
situazione è di una gravità inimmaginabile», dirà ai suoi più stretti collaboratori. Molte