Page 84 - Peccato originale
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contatto  telefonico  con  il  cardinale  Giovanni  Colombo,  all’epoca
                     arcivescovo di Milano, credo che stessero cercando un suo sostituto
                     che  gli  subentrasse  alla  sede  patriarcale  di  Venezia.  Poi
                     accompagnammo il papa nella camera da letto. Fu padre Magee a dire
                     al papa: «Sopra la testata del letto c’è una peretta, se durante la notte
                     avesse  bisogno  può  farla  azionare  e  noi  saremo  qui  pronti  ad
                     accorrere per qualsiasi necessità». Il papa poi salutò: «A domani, se
                     Dio vuole».   29


                Albino  Luciani  è  stato  ucciso  o  è  stato  stroncato  da  un

                infarto?  Le  tante  ricostruzioni  emerse  negli  anni  non
                permettono di rispondere con certezza a questa domanda.

                In molti avrebbero avuto validi motivi sia per eliminarlo
                sia  per  rallegrarsi  della  sua  inaspettata  morte.  Ma  la
                verità, come spesso accade, sta nel mezzo, incrocia le due

                versioni. Luciani non è stato ucciso con un atto volontario,
                ma  è  quantomeno  riduttivo  ritenere  che  lo  stress  subito

                per il nuovo ruolo ne abbia determinato la morte. Il papa
                si sente come circondato, ha timore a fidarsi di chiunque e

                giorno  dopo  giorno  scopre  verità  inconfessabili,  di  cui
                finalmente  questo  libro  dà  prova  certa,  con  documenti

                contabili  interni  allo  Ior  dell’epoca  che  mostrano  come
                Marcinkus, Mennini e De Bonis fossero parte di un potere
                più complesso, non solo fuori le mura – come fino a oggi

                si  è  sempre  raccontato  –  ma  anche  in  Vaticano.  Non
                quindi  un  generico  stress  da  lavoro  ma  la  crescente

                consapevolezza  che  i  mercanti  avevano  espugnato  il
                tempio, la curia era nelle loro mani. Prova devastante di
                ciò è quanto descritto nelle pagine precedenti: gli affari e

                le  gestioni  dei  depositi  allo  Ior  portavano  accrediti  per
                cifre incredibili sul conto del braccio destro di Paolo VI. E,

                come  non  bastasse,  al  pontefice  in  persona  erano
                indirizzati  anche  assegni  con  somme  riconducibili  a

                società di Calvi.
                    Non possiamo sostenere con certezza che Luciani fosse

                custode  di  questa  sconvolgente  verità.  Ma  non  possiamo
                escluderlo. È certo che questa verità avrebbe determinato




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