Page 73 - Peccato originale
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piccola  utilitaria,  ad  esempio  una  Fiat  126,  costa
                l’equivalente  di  sei-settemila  euro.  I  conti  principali  di

                Macchi erano due, uno in lire e l’altro in dollari, con un
                vorticoso  giro  di  somme  di  denaro  (vedi  tabella).  Quello

                personale,  in  dollari,  numero  051  3  01303L,  che  qui
                pubblichiamo  per  la  prima  volta,  il  20  marzo  1974
                presenta  un  saldo  in  divisa  americana  di  1.707.364,54,

                pari a quasi 9 milioni e 500.000 euro di oggi, secondo le
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                rivalutazioni  Istat.   Sempre lo stesso giorno, attraverso
                un’imponente operazione finanziaria, lo stesso conto viene
                quasi svuotato: vengono cambiati 1.687.071,96 dollari e la
                somma  viene  trasferita,  in  lire,  su  un  secondo  deposito

                personale,  il  numero  001  2  01103Y,  che  vede  così
                l’accredito  dell’equivalente  di  9.325.844,54  euro  di  oggi,

                sempre  secondo  le  rivalutazioni  Istat.  Cospicui  anche  gli
                accrediti  su  altri  conti,  come  il  deposito  numero  051  6

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                00555K,  intestato  a  «segr.  part.  di  S.S.  (M.M.)»,    che
                indica  un  attivo  di  altri  2.126.608,54  dollari  dell’epoca,

                equivalenti a circa 11 milioni e 700.000 euro.
                    Una  movimentazione  di  denaro  inconsueta  per
                qualunque segretario, persino per quello del pontefice, e

                anomala  anche  rispetto  agli  anni  precedenti.  Il  conto  in
                dollari  di  Macchi,  infatti,  proprio  nel  1974  registra

                un’impennata senza precedenti. Aperto l’8 gennaio 1970,
                il  «libretto  di  conto  corrente»  testimonia  una  capienza

                certo  florida  all’inizio  ma  più  contenuta  rispetto  alle
                operazioni  degli  anni  1973-1974.  Il  saldo  più  rilevante,

                precedente al periodo di cui stiamo raccontando, porta la
                data  del  28  gennaio  1971  e  registra  un  attivo  di  «soli»
                200.000 euro di oggi.

                    Le  sorprese  non  sono  finite.  Il  23  marzo  1974,  in
                un’operazione  con  una  banca  statunitense,  spunta

                addirittura il nome di Paolo VI, indicato espressamente su
                due  assegni.  Allo  Ior  bisogna  infatti  contabilizzare
                l’assegno  numero  0152  della  banca  Fncb  di  New  York,




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