Page 71 - Peccato originale
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offrendo  un  elemento  decisivo  alla  comprensione  delle
                ragioni dietro la morte di Giovanni Paolo I. Il sistema che

                si  era  sviluppato  nella  banca  vaticana  aveva  superato  il
                perimetro  dell’antico  torrione  che  ospita  ancora  oggi  gli

                uffici.  I  tentacoli  di  quel  blocco  di  potere  si  erano  spinti
                nelle stanze del palazzo apostolico, fino all’appartamento
                pontificio, come un magnete che attrae tutto a sé facendo

                cadere ogni resistenza. Marcinkus e la sua squadra allo Ior
                curavano  ricchi  conti  correnti  di  diverse  e  insospettabili

                autorità vaticane, e quei depositi lievitavano a dismisura,
                per la gioia degli eccellenti correntisti. L’appuntamento tra
                Luciani         e     Marcinkus            aveva        avuto         quell’epilogo

                all’apparenza  incomprensibile  perché  ormai  l’arrogante
                interlocutore  aveva  conquistato  un’autonomia  assoluta  e

                un potere enorme nella Santa sede. La situazione era più
                compromessa di quanto si potesse immaginare.

                    L’articolato  sistema  di  potere  che  ruotava  intorno  a
                Marcinkus aveva ramificazioni e collusioni imprevedibili.

                Nella  rete  del  banchiere  americano  erano  coinvolti
                monsignori,  vescovi,  cardinali  insospettabili,  fino  ai  più
                stretti collaboratori di Paolo VI, protagonisti di operazioni

                che lambivano lo stesso pontefice. La curia era dominata
                da  quella  cordata.  Ciò  che  era  successo  al  patriarca  di

                Venezia era una delle inevitabili conseguenze: Marcinkus
                si  sentiva  inattaccabile.  Nessuno  poteva  permettersi  di

                puntargli  contro  l’indice  o  di  criticarlo  davanti  ai  suoi
                superiori, perché lui di quei superiori custodiva i depositi,

                imbastiva  le  operazioni  finanziarie:  un  fiume  di  denaro
                che nulla aveva a che fare con le opere di religione indicate
                nell’acronimo della banca. Si potrebbe anche ritenere che

                Marcinkus  e  i  suoi  collaboratori,  che  godevano  tutti  di
                ampissimi  poteri  e  consolidate  influenze,  usassero  quei

                conti correnti per i propri spregiudicati affari, all’insaputa
                dei  titolari.  Ma  l’importanza  dei  personaggi  coinvolti
                rende  questa  ipotesi  molto  remota.  Così  facendo,  infatti,




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