Page 72 - Peccato originale
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avrebbero creato un pericoloso e inutile vulnus, offrendo il
concreto pretesto per essere cacciati, qualora scoperti.
I conti correnti del papa e del suo segretario
L’aspetto più inquietante dell’intera vicenda è che il
rapporto tra Marcinkus e Paolo VI era ben più solido e
articolato di quanto finora sia mai stato raccontato, e di
quanto Albino Luciani potesse aver solo intuito prima di
diventare papa. I due si erano conosciuti grazie a
monsignor Pasquale Macchi, influente segretario
personale del papa, sia per tutto il pontificato (dal 1963 al
1978), sia prima, quando Giovanni Battista Montini, da
metà degli anni Cinquanta, era arcivescovo a Milano. 9
Macchi aveva caldeggiato la nomina di Marcinkus allo Ior,
diventando, con il cardinale Giovanni Benelli, uno dei
punti di riferimento del pontefice. Il fidato segretario
condivideva con Marcinkus e Calvi la passione per l’arte,
10 ma il denaro costituiva l’autentico baricentro di questa
relazione. Come ha sottolineato con efficacia lo scrittore
John Cornwell, «Macchi aveva le orecchie del papa e
Marcinkus i cordoni della borsa». 11
Ma le sorprese più sconvolgenti arrivano analizzando
per la prima volta i fogli di cassa, in pratica le contabili
dello Ior di quegli anni, che documentano le relative
operazioni sui conti correnti (i documenti più significativi
sono riprodotti in Appendice), in particolare quelli di
Macchi. Dalla lettura di queste carte inedite emerge una
situazione patrimoniale fuori dal comune per un sacerdote
che si dedica alla cura delle anime dei fedeli. Per capirle
meglio è utile tornare a metà degli anni Settanta, proprio
quando Luciani e Marcinkus s’incontrano. In quel periodo
lo stipendio medio di un operaio si aggira intorno agli 800
euro di oggi, con la dovuta rivalutazione, mentre una
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