Page 80 - Io vi accuso
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La «sentenza»
Adesso, al termine di questo processo sui generis, tutti in piedi. Il giudice
con tono enfatico inizia a leggere: «In nome del popolo italiano le banche
dovrebbero ricevere una sanzione proporzionale al danno cagionato
all’ordine economico e all’intensità della colpa e quindi soltanto il
linciaggio potrebbe essere una pena equa in quanto sanzione che nella fase
esecutiva postula il pieno coinvolgimento del popolo. Ma non essendo tale
pena prevista nel nostro ordinamento, gli istituti, per la sommatoria degli
anni di reclusione previsti dai vari reati ascritti – usura, induzione al falso
in bilancio, induzione all’evasione fiscale, violazione della privacy,
estorsione, violenza privata e associazione a delinquere – sono condannati
all’ergastolo e soprattutto alla confisca allargata e per equivalente dei beni
dei vertici degli istituti in misura non inferiore ai profitti illecitamente
ricavati». Urla di gioia da parte dei parenti delle vittime, abbracci con gli
avvocati della difesa ma il giudice zittisce tutti subito replicando: «Signori,
non ho ancora terminato...». E continua, nel silenzio assoluto: «Le imprese
certamente non concorrono con previsione e volontà alla realizzazione dei
misfatti che gli istituti di credito perpetrano in loro danno. Certamente può
dirsi però che gli imprenditori colposamente cooperino al conseguimento
degli scopi di massimizzazione dei profitti delle banche. Facendo ricorso al
credito “istituzionale” le imprese furbastre immaginano di tenere al riparo i
patrimoni personali dei capitani d’impresa. È vero che dove c’è un cattivo
debitore esiste sempre un cattivo creditore ma, così facendo, con le loro
mani, le imprese si scavano la fossa dove le seppellirà la ferocia degli
istituti. Anche l’azienda è quindi colpevole perché spesso quei reati si
consumano con la cooperazione colposa della vittima. Condanno pertanto
le piccole imprese a due anni intensi di servizi sociali, in modo che possano
camminare da sole, attraverso un percorso di formazione in cultura
aziendale finanziato, questo sì, dalle banche.» L’udienza è tolta.