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Le banche si trasformano in agenzie immobiliari
In tutto questo caos finanziario finisce anche l’idillio tra banche e società di
intermediazione immobiliare. Con la crisi le banche hanno dovuto
inventarsi nuovi business, tra cui quello delle società ad hoc che fanno
concorrenza agli agenti immobiliari. Questi ultimi, a marzo del 2015, hanno
annunciato una guerra senza confine depositando addirittura un esposto
all’autorità garante della Concorrenza e del Mercato per «violazione della
tutela della libera concorrenza e del consumatore».
Gli istituti di credito hanno alimentato nuovamente lo stato di
disperazione già elevato di imprese (incluse le agenzie immobiliari) e
famiglie: questa nuova attività di intermediazione consiste nella vendita di
case e opifici derivanti prevalentemente da mutui non pagati, i quali
vengono proposti a clienti (privati e società immobiliari) che hanno, presso
quella banca, le disponibilità monetarie per acquistarli. Queste società ad
hoc hanno già tutto quello che serve: chi ha necessità di vendere
l’immobile e chi ha i soldi per comprarlo. Un sistema che crea un’ulteriore
sperequazione tra i ricchi che hanno la liquidità e i poveri che non ce
l’hanno fatta a pagare il mutuo. Inoltre, per «l’immobiliare della banca»
non sarà difficile trovare il compratore e accelerare l’eventuale azione
esecutiva nei confronti del venditore insolvente costringendolo ad accettare
un prezzo stracciato pur di liberarsi della pressione estorsiva dell’istituto.
Chi acquista farà un vero affare, come lo farà l’istituto-mediatore che in un
colpo solo rientra dall’esposizione del mutuo e guadagna anche le
commissioni di intermediazione più il costo del cosiddetto «fascicolo
casa»: circa 300 euro più Iva, somma che comprende una perizia, una
visura catastale e l’Attestato di prestazione energetica (Ape). E chi pensa
che questo riguardi solo i principali gruppi bancari sbaglia. La pratica è
assai diffusa.