Page 57 - Io vi accuso
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meccanismi di gestione connessi ai prestiti ad alto rischio.

              L’istituto  titolare  di  debiti  così  esposti,  infatti,  si  tutela  a  sua  volta
          cartolarizzandoli e rivendendoli ad altri investitori istituzionali. Con questo
          meccanismo:  la  banca  effettua  un’operazione  finalizzata  alla  cessione  dei

          propri  mutui  a  una  «società  veicolo»  (che  appartiene  spesso  allo  stesso
          gruppo  bancario)  da  cui  incassa  immediatamente  la  somma  prestata  in
          cambio  delle  rate  che  il  mutuatario  continuerà  a  pagare,  a  questo  punto,
          alla nuova società. Quest’ultima a sua volta finanzia il corrispettivo che ha
          dato  alla  banca  con  l’emissione  di  titoli  obbligazionari  garantiti  da asset

          sottostanti  (in  questo  caso  le  ipoteche).  In  altri  termini  le  banche,  con
          l’emissione  di  queste  obbligazioni,  hanno  spalmato  sul  mercato  degli
          investitori  istituzionali  e  dei  privati  il  rischio  derivante  dalle  proprie

          esposizioni sui mutui. In un secondo momento le insolvenze delle famiglie
          incapaci di pagare le rate hanno generato una catena di perdite a vari livelli
          che si sono ripercosse su tutti gli investitori generando un effetto domino.
              Nel  2008  i  tanti  «Gennaro»  iniziano  ad  avere  difficoltà  a  pagare
          regolarmente  le  rate  del  mutuo.  Ebbene,  in  questa  situazione  di  grande

          incertezza cosa si inventano le banche? Camuffandole con un termine per
          così dire «filantropico» avviano le azioni di customer care sui mutui non
          regolari. La direttiva dall’alto è: «Occorre intervenire sui mutui ipotecari a

          privati  con  lieve  morosità  (1-4  rate  di  mancato  versamento)  al  fine  di
          ripristinare  una  posizione  di  regolare  pagamento  che  sia  sostenibile  nel
          tempo  da  parte  del  cliente,  rimodulando  il  piano  di  ammortamento
          attraverso due misure: proroga della durata residua di massimo dieci anni;
          trasformazione della tipologia di tasso (da fisso a variabile o viceversa) per

          la  residua  durata  del  mutuo.  Il  tutto  senza  alcun  costo  aggiuntivo  per  il
          cliente».La  linea  definita  dal  top  management  riserva  però  un’altra  bella
          sorpresa  per  i  correntisti.  Gennaro,  infatti,  in  questo  modo  si  vede

          allungare la durata del mutuo con una riduzione dell’importo della rata di
          circa  90  euro  al  mese.  Gli  vengono  accollati  altri  venticinque  anni  di
          versamenti mensili con la fregatura, però, di dover sottoscrivere una nuova
          polizza  assicurativa  Creditor  Protection  che  gli  costa  ulteriori  30  euro  al
          mese circa.
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