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Mutui con falso in bilancio e ad alto rischio
Ora concentriamoci sul mutuo ipotecario per l’acquisto di immobili, che in
quegli anni era l’asset finanziario più facile da vendere in virtù della
domanda molto alta. Le banche sanno che per realizzare il sogno della vita
– quello di comprare una casa – il cliente è disposto a indebitarsi fino al
collo. Per l’istituto, però, era necessario verificare che il rapporto
rata/reddito del richiedente non superasse mediamente il 35 per cento.
Percentuale mai rispettata. Questo perché capitava che il cliente avesse
depositati presso lo stesso sportello dei risparmi (talvolta anche frutto di
evasione) che ufficiosamente garantivano la copertura della rata mensile
oppure perché presentava al direttore accondiscendente una dichiarazione
dei redditi per così dire «edulcorata»: falso in bilancio avallato dal sistema
del credito.
Si spiega così l’essenza della crisi dei mutui subprime che ha investito le
principali economie mondiali: i soldi venivano dati a chi non poteva
restituirli o meglio a chi, durante la durata del mutuo, avrebbe potuto
trovarsi nell’impossibilità di onorare il debito a causa, molto spesso, della
perdita del lavoro. Cosa, quest’ultima, che si è verificata in moltissime
occasioni.
Un caso tipo l’ho seguito in prima persona quando lavoravo in banca.
Gennaro è dipendente di un’azienda privata e ha uno stipendio mensile di
1500 euro. Per l’acquisto di un appartamento alla periferia di Napoli del
valore di circa 100.000 euro aveva richiesto un mutuo della stessa cifra.
Questo il prospetto: «Vent’anni a un tasso fisso del 4 per cento con una
rata mensile di circa 605 euro». Vi chiederete: le direttive non prevedono
che il rapporto rata/reddito non superi il 35 per cento? Qui siamo
addirittura al 40 per cento. Era questo l’usuale modo di procedere.
Gennaro, inoltre, in quel momento non ha neppure un euro certo di
risparmio e deve sostenere circa 4000 euro di spese tra perito, notaio,
agente immobiliare e commissioni alla banca per il mutuo. C’è poi
l’assicurazione obbligatoria da saldare in un’unica soluzione di circa 2400
euro, oppure a rate con l’aggravio di 20 euro ogni trenta giorni, e già si
prospetta una ristrutturazione dell’appartamento del costo di circa 20.000
euro. Come fa a sostenere tutte le spese? Semplice. Ci pensa la banca. Gli
offriamo 130.000 euro di mutuo alterando ulteriormente il rapporto
rata/reddito che raggiunge così il livello del 50 per cento. In questo modo il
cliente è esposto a un rischio spaventoso. Questa era la norma. È questo
anche il motivo per cui le insolvenze dei titolari di mutui subprime si sono
gradualmente scaricate sulle banche e sui mercati finanziari, generando
forti cali delle Borse mondiali: il cortocircuito risiede proprio nei