Page 42 - Io vi accuso
P. 42
polizza non è rinegoziabile: un salasso continuo per svariati anni e con un
solo sforzo di vendita, quello dei primi dodici mesi» prosegue il mio ex
collega. Sapete che budget viene richiesto dai grandi capi? «Cinquanta
polizze in sei mesi. Ogni singolo gestore deve rastrellare almeno 300.000
euro di utili a semestre per la banca» aggiunge l’uomo.
Un altro aspetto che mi salta agli occhi leggendo la brochure di questa
grande banca è la didascalia che specifica: «L’assicurazione dei crediti è una
risposta concreta alle imprese che desiderano tutelarsi dal rischio di
mancato pagamento dei propri clienti e, al tempo stesso, è un utile
strumento per le aziende che ambiscono a sviluppare il proprio fatturato».
Chi conosce il mondo bancario sa che si tratta di un paradosso alquanto
ridicolo visto che gli istituti, con questo ultimo escamotage, riusciranno a
salassare doppiamente le varie Vesuvio srl. Oltre all’esosa polizza, ci sono
gli interessi applicati sul fido per anticipo fatture, ovvero i ricavi ottenuti
prestando all’impresa quegli stessi soldi assicurati. L’azienda, infatti, in
attesa che il cliente paghi, ha comunque le spese correnti da sostenere
quotidianamente e per farlo si deve far anticipare il denaro dalla banca. E
ancora, altro paradosso, l’istituto trae profitto con interessi, commissioni e
quant’altro su un rischio (e il fido lo è) che non è più tale, perché annullato
da una polizza assicurativa venduta dalla stessa banca, che ci guadagna il 24
per cento. Fare banca normalmente significa attenersi a un’equazione
macroeconomica basilare: più rischio, più guadagno; meno rischio, meno
guadagno. «Normalmente», appunto, perché anche in questo caso gli
istituti sono riusciti a infrangere le leggi dell’economia e a trovare la
formula per loro più conveniente: meno rischio e più guadagno. Tanto paga
sempre la piccola impresa.