Page 39 - Io vi accuso
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Le classifiche di vendita



          Il mio ex collega rimane qualche istante in silenzio e poi riprende. «Devi
          sapere che la mia banca ha degli obiettivi semestrali: in sei mesi dobbiamo

          vendere 34 milioni di euro in televisori e altri prodotti, il che significa circa
          70  milioni  in  un  anno.  Cifre  che  anche  un  megastore  di  elettronica  ha
          difficoltà a raggiungere. C’è proprio una circolare che ce lo impone. Negli
          ultimi  giorni  del  mese  una  classifica  mostra  quale  gestore  abbia  lavorato

          meglio e quale peggio. La mia unica consolazione, arrivati a questo punto, è
          che occupo sempre gli ultimi posti. Forse sbagliavo anche prima ma allora
          se non altro facevo “semplicemente” il mio lavoro di bancario.»
              Per capire il volume d’affari che ruota intorno a questo nuovo business è

          utile  sciorinare  qualche  numero.  Ecco  un  esempio  semplice  per
          comprendere  il  meccanismo:  mettiamo  che  in  negozio  un  frigorifero  di
          ultimissima generazione costi 1000 euro. Nella stragrande maggioranza dei
          casi, una banca riesce a piazzare lo stesso prodotto a 600 euro, ottenendo

          anche  dei  buoni  margini  di  guadagno.  L’istituto,  infatti,  stipula  in
          precedenza  un  accordo  con  la  casa  madre  per  comprarlo  a  300  euro:  un
          prezzo vantaggiosissimo. La banca ne acquista uno stock enorme, in virtù
          degli  altissimi  obiettivi  annuali.  Non  solo,  i  colossi  del  credito  possono

          sfruttare anche la loro imponente e capillare rete di vendita, costituita dalle
          numerose  filiali  sparse  sul  territorio  e  quindi,  come  si  dice  in  gergo,
          «possono  fare  il  prezzo»:  negoziare  con  il  produttore  delle  condizioni
          ottimali, migliori anche di quelle applicate alle grandi catene commerciali.

          Per non parlare poi della differenza abissale di trattamento in confronto ai
          piccoli rivenditori di elettrodomestici (magari clienti di quella banca) che,
          in tal caso, finiscono per essere «fuori mercato» per la concorrenza spietata
          e  sleale  praticata  dall’istituto  stesso.  Per  il  top  management  le  entrate

          ottenute  grazie  allo store  dei  prodotti  di  largo  consumo  sono  una  voce
          talmente  importante  che  il  report  viene  stilato  addirittura  giornalmente.
          Una  sfida  quotidiana  all’ultimo  televisore  o  frigorifero  piazzato  al
          correntista.

              Come spiegano le carte che mi fa vedere la mia fonte, esiste un ranking
          «delle ultime ventiquattro ore», «degli ultimi cinque giorni lavorativi» e,
          come detto, «semestrale».
              L’Italia viene suddivisa in varie aree commerciali che corrispondono più

          o  meno  alle  venti  regioni  del  paese.  Ad  esempio,  la  Sicilia  ha  un  target
          giornaliero  di  circa  «53.000  euro  di  vendite»  da  raggiungere  con  forni  a
          microonde, tablet eccetera. Le perfomance dei bancari isolani sono ottime:
          in un solo giorno di maggio hanno raggiunto gli «85.000 euro». Non male

          se  pensiamo  che  saranno  pochissimi  i  grandi  negozi  di  elettrodomestici
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