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Le classifiche di vendita
Il mio ex collega rimane qualche istante in silenzio e poi riprende. «Devi
sapere che la mia banca ha degli obiettivi semestrali: in sei mesi dobbiamo
vendere 34 milioni di euro in televisori e altri prodotti, il che significa circa
70 milioni in un anno. Cifre che anche un megastore di elettronica ha
difficoltà a raggiungere. C’è proprio una circolare che ce lo impone. Negli
ultimi giorni del mese una classifica mostra quale gestore abbia lavorato
meglio e quale peggio. La mia unica consolazione, arrivati a questo punto, è
che occupo sempre gli ultimi posti. Forse sbagliavo anche prima ma allora
se non altro facevo “semplicemente” il mio lavoro di bancario.»
Per capire il volume d’affari che ruota intorno a questo nuovo business è
utile sciorinare qualche numero. Ecco un esempio semplice per
comprendere il meccanismo: mettiamo che in negozio un frigorifero di
ultimissima generazione costi 1000 euro. Nella stragrande maggioranza dei
casi, una banca riesce a piazzare lo stesso prodotto a 600 euro, ottenendo
anche dei buoni margini di guadagno. L’istituto, infatti, stipula in
precedenza un accordo con la casa madre per comprarlo a 300 euro: un
prezzo vantaggiosissimo. La banca ne acquista uno stock enorme, in virtù
degli altissimi obiettivi annuali. Non solo, i colossi del credito possono
sfruttare anche la loro imponente e capillare rete di vendita, costituita dalle
numerose filiali sparse sul territorio e quindi, come si dice in gergo,
«possono fare il prezzo»: negoziare con il produttore delle condizioni
ottimali, migliori anche di quelle applicate alle grandi catene commerciali.
Per non parlare poi della differenza abissale di trattamento in confronto ai
piccoli rivenditori di elettrodomestici (magari clienti di quella banca) che,
in tal caso, finiscono per essere «fuori mercato» per la concorrenza spietata
e sleale praticata dall’istituto stesso. Per il top management le entrate
ottenute grazie allo store dei prodotti di largo consumo sono una voce
talmente importante che il report viene stilato addirittura giornalmente.
Una sfida quotidiana all’ultimo televisore o frigorifero piazzato al
correntista.
Come spiegano le carte che mi fa vedere la mia fonte, esiste un ranking
«delle ultime ventiquattro ore», «degli ultimi cinque giorni lavorativi» e,
come detto, «semestrale».
L’Italia viene suddivisa in varie aree commerciali che corrispondono più
o meno alle venti regioni del paese. Ad esempio, la Sicilia ha un target
giornaliero di circa «53.000 euro di vendite» da raggiungere con forni a
microonde, tablet eccetera. Le perfomance dei bancari isolani sono ottime:
in un solo giorno di maggio hanno raggiunto gli «85.000 euro». Non male
se pensiamo che saranno pochissimi i grandi negozi di elettrodomestici