Page 37 - Io vi accuso
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I prodotti più in voga
Alla mia fonte mostro un articolo apparso su «la Repubblica» il 25 ottobre
2013 che affronta proprio il tema di cui stiamo parlando: «Al nuovo
quartier generale di Unicredit, in piazza Gae Aulenti a Milano, qualcuno ci
scherza già su, chiamando la banca “Unitrony” o “Unimediaworld”. Sta di
fatto che, da circa un mese, la banca guidata dall’amministratore delegato
Federico Ghizzoni ha ampliato la gamma di prodotti offerti diversificando il
core business del credito. Sono così spuntati alcuni volantini in cui si
pubblicizzano elettrodomestici. Si tratta, nello specifico, di televisori,
computer, cellulari, che vengono venduti da Unicredit a dipendenti e clienti
a prezzi scontati, in un’unica soluzione o con finanziamenti ad hoc. La sola
condizione necessaria è che l’acquirente dell’elettrodomestico possegga un
conto corrente presso la banca».
Lui legge in silenzio e poi commenta: «Questo è nulla in confronto a
oggi ed è una pratica ormai diffusa in tutti o quasi gli istituti». Gli chiedo
allora di elencarmi quali siano i prodotti da piazzare rispetto a quelli in
catalogo negli anni in cui anch’io lavoravo in banca. «Oltre a televisori,
cellulari e pc, oggi vendiamo lettori mp3, scooter, frigoriferi, condizionatori,
aspirapolvere, tablet, lavatrici, forni a microonde, macchinette per il caffè,
allarmi di casa, attrezzi ginnici, biciclette, Xbox e perfino Smartbox con
l’offerta per le terme o, addirittura, per 2500 euro, l’emozione di guidare la
Ferrari nel circuito di Monza.» Inoltre, aggiunge, «la cosa che ai tuoi tempi
non era minimamente ipotizzabile e di cui i giornali non parlano, ma che
oggi è alla base della gestione della clientela, sono i corsi di formazione per
diventare piazzista, incontri sulle tecniche di vendita per prodotti di largo
consumo. Vengono i motivatori a spiegarci come convincere il cliente. Da
quei meeting emerge l’abilità dei singoli dipendenti, la loro
intraprendenza». I prodotti si possono pagare in un’unica soluzione o con
finanziamento «che fa crescere la rata mensile del mutuo o di qualsiasi
altro tipo di prestito».
A quel punto mi faccio spiegare, sperando che sia cambiato qualcosa
rispetto ai miei tempi, cosa succederebbe se un dipendente dovesse
rifiutarsi di fare il commerciante e volesse limitarsi a svolgere il lavoro per
cui è pagato. Qui l’ex collega si rabbuia e capisco che ho toccato un tasto
dolente. «Il gestore che si rifiuta di fare certe cose viene “emarginato” e
attaccato. I direttori ti fanno una lavata di capo per cui dopo credi di essere
tu quello nel torto. C’è quasi una forma di mobbing. Io ti racconto queste
cose perché ultimamente sono stato convocato dai capi. Hanno preso il
discorso alla lontana, poi hanno iniziato a dire che negli ultimi tempi ho
perso la “verve del commercio”, che devo impegnarmi di più. Sono stati