Page 46 - Io vi accuso
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A pagare sono 22 milioni di italiani
Non ci sono solo i numeri delle banche ingorde, ci sono anche quelli
dell’economia reale; dell’economia che non conosce favori e scorciatoie;
l’economia che è frutto della fatica e del sudore e che dovrebbe
(volutamente al condizionale) basarsi su un virtuoso accesso al credito per
avere impulso e supporto. In Italia, lo abbiamo detto a inizio libro, esistono
orientativamente 5 milioni di imprese. Se consideriamo che siamo un
paese di circa 61 milioni di abitanti con una composizione media di 2,4
persone per famiglia, vuol dire che un nucleo su cinque vive della propria
impresa mentre gli altri quattro vivono di lavoro dipendente.
Attenzione perché delle 5 milioni di imprese, il 95 per cento (circa 4,75
milioni) sono definite «piccole», cioè con un numero di occupati inferiore a
cinquanta persone e/o un fatturato che non supera i 10 milioni di euro. Le
altre 250.000 sono medie o grandi. E sapete quanti lavorano nel settore
delle piccole imprese? 22 milioni di persone. Non manca molto a
raggiungere la metà della popolazione del Belpaese. Ma questo in pochi lo
sanno. Ogni tanto qualche politico in cerca di consensi si appella «al
motore economico dell’Italia» per raccogliere voti ma neanche lui sa che i
numeri sono così importanti. Strozzare le piccole imprese significa uccidere
l’Italia.
Constatare che vi sono 4 milioni e 750.000 piccole imprese contro
250.000 medie e grandi equivale a dire che per ogni Agnelli o Pirelli
abbiamo 19 «signor Rossi».
Certo, nell’immaginario collettivo il singolo tycoon o magnate ha più
fascino, carisma, leadership, forza, potere rispetto al «Rossi qualunque».
Ma analizzando bene la realtà si comprende che non è così poiché circa 12,5
milioni di famiglie ruotano intorno a questi piccoli grandi capitani
sconosciuti. Di loro, purtroppo, si parla solo quando avviene una tragedia,
quando qualche piccolo imprenditore si toglie la vita a causa dei debiti
oppure quando la rabbia per la tassazione che riserva loro lo Stato supera il
limite di sopportazione. Per il resto regna il silenzio. Il privilegio di sedere
ai tavoli «giusti», come spesso capita ai grandi, non li riguarda. La
possibilità di «aggiustare» le cose grazie al contributo della politica amica
dei potenti non è contemplata. I vari «signor Rossi» sono costretti solo a
subire l’arroganza delle banche, le quali, tenendoli per il collo, possono
approfittare di loro nel modo che preferiscono. Anche di questo ho le prove.