Page 70 - Avarizia
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non solo 650 “cards” sorpassano di molto il limite di acquisto
consentito, ma migliaia di persone non autorizzate dalla legge
riescono a portarsi a casa pacchetti di bionde e sigari cubani a pochi
soldi. Anche qui con danni ingenti per l’erario italiano.
Soldi a palate arrivano pure al botteghino dell’ufficio filatelico e
numismatico. Nel 2012 il fatturato è arrivato a 19,8 milioni, in
crescita costante dal 2009, quando i ricavi si fermavano a 16,5
milioni. Nel 2015 le emissioni potrebbero superare ogni record, non
c’è evento che non venga celebrato stampando francobolli e monete
commemorative: sono state vendute monete celebrative
bimetalliche da 2 o 5 euro per “l’incontro mondiale delle famiglie a
Philadelphia” e per “l’assemblea generale ordinaria del sinodo dei
vescovi”, monete da 10 euro in argento per “il 10° anniversario
della morte di Giovanni Paolo II” e da 20 euro per “il Pontificio
Santuario della Beata Vergine del santo Rosario di Pompei”, fino a
quelle da 100 e 200 euro, in oro, coniate rispettivamente per
commemorare “gli evangelisti: Matteo” e “le virtù cardinali:
Prudenza”. Decine di migliaia di collezionisti cercano di
accaparrarsi anche le serie limitate di francobolli. Anche qui ogni
occasione è buona per stampare: il Vaticano vende affrancature non
solo per Pasqua e Natale, ma altresì per il bicentenario della nascita
di don Giovanni Bosco e “l’Anno internazionale della luce
proclamato dall’Onu”, per “i Vecchi giocattoli”, il 1400° anniversario
della morte di san Colombano di Bobbio e il 150° della fondazione
dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni.
Rispetto agli utili che vengono intascati attraverso musei, negozi e
francobolli, le altre entrate commerciali sono residuali: l’ufficio
turistico, nell’ultimo bilancio disponibile, ha incassato 2,8 milioni di
euro, mentre il tribunale della Sacra Rota – che secondo una vox
populi sarebbe assai redditizio – è in perdita da anni, con rossi
superiori a 2 milioni l’anno. Discorso a parte, invece, va fatto per il
sistema dei mass media controllato dal papa: anche se in perdita, il
valore patrimoniale dell’“Osservatore Romano” (è il quotidiano
diretto da Giovanni Maria Vian il vero organo ufficiale della Santa
Sede, il più venduto “Avvenire” è infatti di proprietà dei vescovi
della Conferenza episcopale italiana), della Libreria editrice
vaticana e di Radio Vaticana è di tutto rispetto. Se la Tipografia
vaticana che edita l’“Osservatore” fattura 13,7 milioni l’anno e le