Page 68 - Avarizia
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aventi diritto fumerebbero tutti come turchi. In media due-tre

          pacchetti al giorno, 365 giorni l’anno. La pompa di benzina incassa
          invece 27 milioni: calcolando un consumo medio, ogni prete
          percorrerebbe 45 mila chilometri l’anno, quanto un commesso

          viaggiatore o un rappresentante di aspirapolveri. Il supermercato
          (che vende anche capi firmati e prodotti hi-tech) ha emesso
          scontrini per oltre 21 milioni: non è un caso che secondo uno studio
          del California Wine Institute nel 2012 il Vaticano sia il Paese con il
          più alto consumo di vino al mondo, con una media mostruosa di

          settantaquattro litri a persona.
             Gli uomini di Giuseppe Bertello, presidente del governatorato,
          escludono un boom di alcolizzati. E segnalano alcuni problemi che

          potrebbero spiegare le anomalie contabili. In primis, è possibile che
          qualche dipendente compri quantità enormi di prodotti sottocosto,
          per poi rivenderli in Italia guadagnando in nero. “In ogni caso
          prenderli con le mani nel sacco sarebbe operazione difficile, perché
          la gendarmeria non può controllare ogni macchina che entra ed

          esce dalle mura leonine,” spiegano dal Vaticano.
             In realtà lo spread dei conti ha tutt’altra origine. Alcuni documenti
          in nostro possesso chiariscono il dilemma. La Cosea ha chiesto ad

          alcune società di revisori di conti di fare una due diligence anche
          sulle attività commerciali. L’americana Ernst&Young ha lavorato
          per mesi, e nel dicembre 2013 ha spedito alla Santa Sede un
          rapporto dettagliato di settantanove pagine, in cui segnala tutti i
          guadagni del triennio 2010-2012, i costi di ogni servizio, quelli di

          ogni ufficio controllato dal governatorato. Evidenziando criticità e
          proponendo consigli utili a tagliare le spese e a elaborare strategie
          per incassare ancora più soldi.

             Ebbene, secondo le analisi inedite di EY i titolari della tessera di
          servizio che consente di fare acquisti dietro le mura leonine (la
          Cosea la definisce “commercial card”) non sono affatto quattro-
          cinquemila, ma 41 mila. Un numero enorme, pari agli abitanti di una
          città come Frosinone. Per legge, il permesso viene dato solo ai

          dipendenti, al personale del corpo diplomatico e alle congregazioni,
          “ma temiamo siano tanti gli onorevoli e i potenti che approfittano
          dei negozi senza averne diritto,” spiegano dal Vaticano.

             Più che una paura, i dati che Ernst&Young ha ottenuto dalla Santa
          Sede disegnano una certezza: i raccomandati non si contano più. E
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