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cento degli impiegati e il 52 per cento del personale sampietrino”,

          per una crescita dei costi “valutabile intorno a 10 punti
          percentuali”. Dai vari documenti risulta che la busta paga più alta
          era appannaggio del “sampietrino soprastante” (così si chiama il

          capo delle maestranze specializzate della chiesa, dette a loro volta
          sampietrine) Andrea Benedetti (3800 euro netti al mese), capo degli
          operai e vero braccio destro – insieme al capoufficio Maria Cristina
          Carlo-Stella, citata in qualità di organizzatrice di eventi flop molto
          costosi “come la mostra Petros Eni, con perdite che superano gli

          800 mila euro” – di Comastri. Benedetti è dipinto come “l’autorità
          assoluta” della basilica, figura che decide i programmi dei lavori
          ordinari e straordinari, e autorizza “ore straordinarie non

          programmate e non autorizzate preventivamente dai superiori”, un
          dominus che può firmare da solo fatture “regolarmente messe in
          pagamento e anche di importo elevato”. La nota racconta, infine,
          anche di presunte gare milionarie “pilotate” (per i servizi di pulizia
          avrebbe vinto una ditta che aveva presentato un’offerta meno

          conveniente di un’altra), o di appalti aggiudicati “irregolarmente”,
          come quello per il restauro dei marmi del “prospetto sud” della
          basilica.

             Comastri è uno tosto, e ha resistito alle critiche e alle pressioni di
          Bertone. Francesco di lui si fida, anche se il suo nome è finito –
          insieme ad altri – nell’inchiesta su Paolo Gabriele, il maggiordomo di
          Benedetto XVI condannato per Vatileaks: secondo la gendarmeria la
          gola profonda parlava anche con l’attuale arciprete e vicario di

          Francesco per la Città del Vaticano. Nonostante tutto la gestione di
          San Pietro è ancora cosa sua. Non solo: Comastri è anche vicario
          dello Stato della Città del Vaticano, istituzione nata nel 1929 in

          seguito ai Patti lateranensi firmati tra Pio XI e il regime fascista: il
          patrimonio immobiliare e mobiliare, secondo alcuni dati del 2011
          che chi scrive ha potuto esaminare, superava i 56 milioni di euro,
          per un utile di esercizio che nel 2010 ha toccato addirittura i 6,2
          milioni.

             Il potente Comastri è adorato dai suoi “sampietrini” (il cardinale
          non ha paura di salire sulle gru e sporcarsi la tunica, raccontano gli
          operai), mentre la sua cerchia di amici lo ha sempre difeso davanti a

          ogni venticello calunnioso. Nessuno ha avuto nulla da ridire
          nemmeno quando, nel 2013, il cardinale ha deciso di affidare in
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