Page 48 - Avarizia
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Group, un’azienda cantieristica navale che costruisce anche

          corazzate da guerra. Inizialmente il suo mandato sull’istituto
          vaticano non è chiaro, ma la proclamazione di papa Francesco,
          gesuita eletto con il compito di spazzare via scandali e illuminare

          vicende oscure, accelera la trasformazione dello Ior verso
          un’istituzione trasparente. Una casa di cristallo, promettono gli
          uomini del nuovo corso.
             Se nei mesi di interregno tra la cacciata di Gotti Tedeschi e
          l’arrivo di von Freyberg i falchi vicini alla linea di Bertone (restii a

          scambiare informazioni con autorità giudiziarie all’estero) erano
          riusciti a “spostare” il primo direttore dell’Aif, l’ex funzionario della
          Banca d’Italia Francesco De Pasquale, nel consiglio direttivo

          dell’Autorità di informazione finanziaria (un board senza effettivi
          poteri) sostituendolo con lo svizzero Brülhart (già direttore
          dell’organismo gemello in Lussemburgo): l’estromissione dei vecchi
          dirigenti diventa la mission dei fedelissimi chiamati a Roma da
          Bergoglio. Tra il 2013 e il 2014 gli italiani, considerati i primi

          responsabili degli scandali finanziari, vengono tagliati fuori da ogni
          tavolo, dal collegio cardinalizio dello Ior fino alla presidenza dell’Aif
          retta dal 2011 dal cardinal Nicora.

             Dalla mattanza non si salva nessuno. Bertoniani e antibertoniani,
          buoni e cattivi, indagati e innocenti: se il direttore dello Ior Cipriani
          e il suo vice Tulli si dimettono a inizio luglio 2013, anche Nicora –
          primo presidente dell’autorità e promotore del memorandum con
          l’Uif – viene dimesso per sopraggiunti limiti di età a gennaio 2014.

          Sostituito dal vescovo Giorgio Corbellini per qualche mese, nel
          novembre 2014 la sua poltrona è stata affidata a Brülhart, promosso
          da direttore a numero uno dell’Aif. La partita anti-italiana si era già

          chiusa qualche mese prima con l’estromissione di tutti i cinque
          membri italiani del direttivo Aif: i giuristi, vicini a Nicora, erano
          entrati in aperto contrasto con Brülhart. Reo, a loro dire, di tenerli
          all’oscuro su “quasi tutta l’attività” dell’autorità, come
          sottolinearono per iscritto in una lettera mandata al nuovo

          segretario di Stato Pietro Parolin e pubblicata da Franca Giansoldati
          del “Messaggero”. Missiva in cui De Pasquale e gli altri colleghi
          denunciano di “non aver mai potuto valutare se la gestione delle

          segnalazioni sospette” fosse stata condotta nel rispetto delle leggi.
          Ma Brülhart è inattaccabile. Soprattutto perché è nelle grazie del
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