Page 53 - Avarizia
P. 53

Cardinale contro cardinale


             Dopo gli scandali finanziari e le inchieste giudiziarie a catena, il
          papa sperava che George Pell, l’uomo che lui stesso ha

          soprannominato “il Ranger”, mettesse finalmente pace tra le
          porpore e facesse trasparenza su conti ed enti. Finora, al di là della
          propaganda bergogliana, non è andata come sperava Francesco.

          Basta leggere la minuta del verbale del 12 settembre 2014 della
          Commissione cardinalizia dell’Apsa per capire che le mosse di Pell e
          dei suoi uomini hanno spaccato la curia, in un “tutti contro tutti”
          molto simile alla guerra per bande che ha caratterizzato l’epoca di
          Ratzinger e Bertone.

             Lo zar della Segreteria ha molti fan, ma la sua gestione e alcune
          inchieste australiane di cui si parlerà nei capitoli successivi hanno
          minato la sua credibilità. Così oggi è inviso non solo alle vecchie

          volpi che temono di perdere quel che resta della loro influenza
          (come i reduci di Bertone e gli “epurati” come Mauro Piacenza,
          Raymond Leo Burke e Giuseppe Sciacca), ma è detestato anche da
          alcuni emergenti che a Bergoglio sono vicinissimi. “C’è uno che fa
          tutto e gli altri no,” dice secondo la minuta il neocamerlengo Jean-

          Louis Tauran, discutendo con i monsignori Pietro Parolin, Domenico
          Calcagno, Giovanni Battista Re, Giuseppe Versaldi, Attilio Nicora e
          altri membri dell’Apsa. “Siamo in una fase di sovietizzazione, è

          molto preoccupante.” “A mio parere è pericoloso che la Segreteria
          prenda in mano tutto,” concorda Re: “Così l’Apsa non ha più senso”.
             Tauran e gli altri “congiurati”, quel 12 settembre, sono davvero
          furiosi. Pell da settimane sta forzando la mano per trasferire alla sua
          Segreteria tutti i poteri dell’organismo. Francesco aveva già deciso,

          nel luglio 2014, di girare al dicastero del “Ranger” la sezione
          ordinaria dell’Apsa (quella che si occupa della gestione degli
          immobili), ma Pell voleva di più; così, il 5 settembre 2014 ha

          “ordinato” via email al cardinale Calcagno, presidente dell’istituto,
          “di procedere senza alcun ritardo” alla “transizione delle attività
          della sezione straordinaria a quelle di una tesoreria”, intimando al
          capo dell’Apsa “di astenersi dal prendere altre iniziative”.
             Il monsignore, riletta la email, decide però di contrattaccare.

          Ottiene udienza dal papa, per capire se il blitz dell’australiano fosse
          concordato con lui. Francesco dice di cadere dalle nuvole, e decide
          di firmare un “rescritto” che blocca il trasloco delle proprietà di
   48   49   50   51   52   53   54   55   56   57   58