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I conti segreti
Torniamo allo Ior. L’istituto e i media vaticani, insieme a quelli di
testate di mezzo mondo insistono a esaltare il nuovo corso della
banca. Improntato, giurano, a una trasparenza assoluta dei conti dei
clienti. Fino all’altroieri cifrati e segreti, inaccessibili alle autorità
giudiziarie italiane e a chi voleva ficcare il naso nei depositi di coloro
che celavano nel torrione Niccolò V i propri averi.
Dal 2010 lo Ior, prima con il presidente Ettore Gotti Tedeschi, poi
con il successore Ernst von Freyberg, in seguito a scandali a catena
ha tentato davvero di cambiare verso, per mettersi a posto con gli
standard internazionali ed entrare nella “white list” dei paesi
virtuosi, quelli dove i controlli antiriciclaggio e anti-evasione fiscale
sono rigidi e severi. Da sempre considerato offshore al pari delle
Isole Vergini statunitensi o di Andorra, quell’anno lo Ior ha chiesto
l’intervento degli ispettori di Moneyval, l’organismo creato dal
Consiglio d’Europa nel 1997 per vigilare sulle misure di prevenzione
del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo; la commissione
che, in pratica, ha il compito di valutare la conformità di ciascun
paese terzo con le regole europee, dando valutazioni e consigli alle
varie autorità nazionali su come migliorare i propri sistemi di
controllo.
Il rapporto Moneyval del 2012 ammette che il Vaticano ha fatto
“notevoli progressi” nell’adozione di misure normative per
combattere il riciclaggio, ma che la nuova struttura “deve essere
ancora provata all’atto pratico”. I vertici della banca vaticana e
dell’Aif, la nuova Autorità di informazione finanziaria creata nel
2010 per vigilare sull’istituto e presieduta da novembre 2014 dallo
svizzero René Brülhart, periodicamente annunciano di aver fatto
piazza pulita dei conti anonimi e di coloro che non hanno diritto ad
averli, cioè i “laici” e gli utenti business che non risiedono nella
Santa Sede. Dall’inizio della pulizia sono stati “chiusi 4614
rapporti,” spiega il bilancio Ior pubblicato nel 2015, di cui la
stragrande maggioranza “dormienti” (inattivi o con saldi molto
bassi) o “chiusure fisiologiche”. Ben 554 dei conti chiusi sono
appartenenti invece ad “abusivi”: presumibilmente professionisti,
imprenditori, politici, faccendieri che hanno usato la banca vaticana
per i loro affari, o per depositare all’estero somme guadagnate in
Italia. Ora, a parte le dichiarazioni vaticane e la rivoluzione