Page 41 - Avarizia
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Un fuggi fuggi generale che ormai rischia ormai di rimanere

          impunito.
             Mentre andiamo in stampa allo Ior galleggiano poco più di cento
          conti sospetti, tra cui una decina intestati a nomi eccellenti che

          potrebbero creare più di un disagio a Santa Romana Chiesa. In
          qualche caso si tratta di eredità di clienti laici ancora da liquidare (a
          bilancio la somma è messa a 17 milioni), ma altri depositi
          appartengono a professionisti e imprenditori. “Questi depositi sono
          stati bloccati,” ha giurato il capo dell’Aif Brülhart. All’Uif, però, sono

          rimasti di sasso quando hanno scoperto – dopo la lettura di un
          articolo giornalistico dell’agosto 2015 – che tra i clienti dello Ior ci
          sono ancora i nipoti del fu commendatore Lorenzo Leone. Un

          manager della Sanità che ha accumulato 16 miliardi di lire nella
          banca del torrione mentre dirigeva (o “depredava”, come hanno
          scritto i magistrati di Trani in una recente inchiesta sull’ospedale) la
          Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie, un manicomio di una
          congregazione religiosa di cui Leone fu dominus quasi fino alla sua

          morte avvenuta nel 1998.
             Nessuno, dal Vaticano, aveva avvertito le autorità italiane
          dell’esistenza di quel denaro. Solo quando i pm di Trani hanno

          spedito una rogatoria internazionale l’istituto ha confermato
          l’esistenza del deposito segreto. Prima di leggere la notizia sui
          giornali la nostra Uif non ne sapeva assolutamente nulla.
          Nonostante, almeno in teoria, l’Aif avrebbe dovuto girare ai colleghi
          dell’antiriciclaggio le informazioni del conto del commendatore mesi

          e mesi prima. Ma non è tutto. Bankitalia non solo ha capito che gli 8
          milioni intestati agli eredi erano ancora Oltretevere, ma ha anche
          scoperto che quei conti non erano affatto congelati, ma

          periodicamente movimentati. Questo caso ha dimostrato a
          Bankitalia che il sistema dell’antiriciclaggio vaticano non funziona
          ancora a dovere.
             Che le cose siano molto diverse da come appaiono sembra
          provarlo anche un’altra vicenda. Mentre scriviamo la procura di

          Roma ha spedito oltre le mura un’altra rogatoria internazionale,
          chiedendo conto e ragione di eventuali beni posseduti da Angelo
          Proietti. Un costruttore titolare della società Edil Ars, diventato

          celebre perché la sua ditta ha ristrutturato gratis la casa in cui ha
          abitato per anni l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti; un
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