Page 322 - La cucina del riso
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Calabria




                 LIMITATO AI CETI ABBIENTI


                     Parlando di agricoltura, “la più antica fra tutte le industrie”, Fernand
                 Braudel, fissa la sua attenzione su tre piante dominanti: il grano, il riso, il
                 mais, che ancora oggi continuano a disputarsi le terre arabili del mondo e
                 possono, a ben vedere, definirsi “piante di civiltà” per aver “organizzato
                 la vita materiale e talvolta psichica degli uomini, a grande profondità fino
                 a diventare strutture quasi irreversibili”.
                     Il grano è anzitutto l’Occidente, il mais ha sostenuto lo splendore
                 delle civiltà o semiciviltà inca e azteca; il riso è l’Estremo Oriente, ma
                 la sua presenza in Europa risale all’antichità classica, essendo importato
                 dall’Oceano Indiano, mentre in età medievale si ritrova su scali levantini
                 e in Spagna dove gli Arabi ne avevano introdotto la coltivazione. In Italia
                 figura fin dal Quattrocento, mantenendo a lungo il suo ruolo di alimento
                 ausiliare.
                     Quanto alla Calabria, è ipotizzabile una presenza della risicoltura nel-
                 la piana sibaritica, già in epoca bizantina, per “una sistematica valorizza-
                 zione delle aree lagunari e palustri, particolarmente idonee ad offrire non
                 solo sicuro rifugio, ma anche alimento e acqua a quanti vi si insediassero”.
                     Luigi Bodio, poco dopo l’unificazione nazionale (1874), non citava,
                 occupandosi della popolazione agricola della provincia reggina, il riso tra
                 gli alimenti consumati. Nello stesso periodo si hanno notizie sulle condi-
                 zioni alimentari di contadini, operai e di tutta la popolazione in generale,
                 ma in esse è, ugualmente e totalmente, assente il consumo del riso. Lo
                 stesso  accade  quanto  ai  Risultati  dell’inchiesta  sulle  condizioni  igieni-
                 che e sanitarie nei Comuni del Regno, edito a Roma nel 1886, e a quelli
                 relativi  all’Inchiesta  parlamentare  sulle  condizioni  dei  contadini  nelle
                 province meridionali e nella Sicilia, del 1909.
                     Tra le produzioni agricole legate ai consumi alimentari, l’unica zona
                 del Mezzogiorno dove è praticata la coltivazione del riso è quella cosentina
                 e la produzione ammontava, nel triennio 1963 - 65 a poco più di 7.500
                 quintali annui. Attualmente la risicoltura è florida nella piana di Sibari, gra-
                 vida di memorie magnogreche, in particolare nel Comune di Cassano Jonio,
                 dove la produzione ammonta a circa 25.000 quintali annui e si articola nei



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