Page 299 - La cucina del riso
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Campania
Ruperto da Nola, cuoco di Alfonso d’Aragona prima e poi di suo
figlio Ferrante, scrive nel 1477 il Libre de Coch, in lingua catalana, e si
dovette aspettare il 1525 per la prima traduzione in castigliano. Appro-
fittando dunque della coltivazione del riso che aveva finalmente avuto
successo, fatto salvo l’obbligatorio mangiar bianco, arricchisce il suo
libro con un “Mangiar Imperiale” e una “Ginestada”, altro caposaldo della
cucina dell’epoca, che, sia detto a onor del vero, noi oggi non riuscirem-
mo a mandar giù nemmeno con molta buona volontà. Citò anche un “Riso
con brodo di carne” e un “Riso in casseruola al forno”, che, riducendo
semplicemente i tempi di cottura (va ricordato che, per motivi di digeri-
bilità, i nostri antenati preferivano quindi cibi ben cotti) e omettendo la
solita spolverizzata di zucchero, potremmo tranquillamente servire sulle
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