Page 219 - La cucina del riso
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Marche




                    Il cuoco delle Marche, di autore anonimo (forse un monaco benedet-
               tino), pubblicato a Loreto nel 1861, riporta due ricette: “Fritto di riso” e
               “Bomba di riso”, nelle versioni: salata con tartufi e dolce; mentre in alcu-
               ne minestre in brodo e zuppe, per la prima volta, il riso viene utilizzato
               al posto della tradizionale pasta fatta in casa o dei pezzetti di pane tosta-
               to. In questo ricettario compare anche, per la prima volta, una minestra
               di riso cotto nel brodo di pesce (“Zuppa di pesce senza scorza”), ricetta
               antesignana di tutta una serie di minestre di riso in brodo di pesce che
               diventeranno caratteristiche della mensa del venerdì e della Vigilia delle
               famiglie dei pescatori e di quelle residenti nelle città di mare e non solo.
                    Nel 1891, lo stesso anno in cui vide la luce l’opera di Pellegrino Artu-
               si, si pubblica a Loreto Il cuoco perfetto marchigiano, di anonimo. Sono
               passati 20 anni dall’Unità d’Italia, il prezzo del riso è molto diminuito
               e nella nuova Italia cominciano a circolare le ricette delle varie regioni.
               Compare quindi il “Risotto alla milanese” nelle due versioni: “di magro”,
               dove la cottura del riso, dopo la rosolatura in burro e cipolla, viene ultima-
               ta con acqua, e “di grasso”, dove il brodo di carne viene utilizzato al posto
               dell’acqua. Altre ricette: “Timballo di riso, Bodino di riso, Fritto di riso,
               Fritto di riso dolce, Riso alle mandorle, Gnocchi alla Veneziana” (dolce
               dove si può usare alternativamente farina di riso o farina bianca).
                    Nella letteratura gastronomica del Novecento, la parola risotto diven-
               ta di moda, e soppianta quasi completamente quella di minestra o di zuppa,
               anche se in molte preparazioni il riso continua ad essere tradizionalmente
               bollito nell’acqua e non tostato nel burro.
                    Nella Guida in cucina del cuoco e ristoratore Cesare Tirabasso di
               Montappone (MC), pubblicato a Macerata nel 1927, si trovano cinque
               ricette sotto il nome risotto: “Risotto alla milanese, Risotto con tartufi,
               Risotto  pasticciato,  Risotto  con  rigaglie  di  pollo,  Risotto  all’antica”.
               Nelle  prime  quattro,  il  riso  è  cotto  nel  burro  aromatizzato  con  cipol-
               la, nell’ultima è cotto in acqua. Nella sua opera successiva del 1932,
               Il  Cuoco  classico,  i  piatti  a  base  di  riso  sono  diciassette,  di  cui  otto
               risotti  e  nove  minestre  di  riso,  fra  cui  la  ricetta  “Minestra  col  brodo
               di pesce”, dove il riso viene cotto in un brodo di pesci bianchi, con la
               raccomandazione di servirla calda senza formaggio. Una ricetta ispirata



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