Page 212 - La cucina del riso
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Toscana





                      CROCCANTINI DI RISO INTEGRALE
                       AI SAPORI DELLA LAGUNA DI ORBETELLO

                  Ingredienti: 240 g di riso integrale di Maremma, 120 g di anguilla “sfumata”, 60 g di
                  bottarga di muggine, 120 g di filetto di cefalo affumicato, 80 g di burro, 8 dl di brodo
                  vegetale, ½ bicchiere di vino bianco, 3 dl di olio di arachide, 40 g di olio extravergine
                  di oliva, 1 spicchio di limone, sale, noce moscata.

                  Preparazione: tostare il riso in un tegame con il burro, sfumarlo con il vino e, appena
                  evaporato, aggiungere tutto il brodo vegetale molto caldo. Cuocere per circa 40 minuti
                  e comunque fino a che il riso non abbia assorbito tutto il liquido. Mantecare fuori dal
                  fuoco con il restante burro e aggiungere, secondo il gusto, la noce moscata. Stendere
                  subito in una placca all’altezza di 3 cm aiutandosi con una spatola e lasciare raffred-
                  dare in frigo per almeno 3 ore. Tagliare l’anguilla in pezzi di circa 5 cm, saltarla in
                  padella, senza olio, 2 minuti per lato e togliere, a caldo, la pelle e la lisca. Tagliare
                  sottile il filetto di cefalo e condirlo con un filo d’olio extravergine e una spruzzatina
                  di limone. Fare la stessa cosa con la bottarga. In una padella in ferro, scaldare bene
                  l’olio di arachide. Tagliare con un tagliapasta tondo (o con un bicchiere) 12 formi-
                  ne di riso, ormai molto compatto, e friggerle fino a che risultino dorate e croccanti.
                  Dividere i dodici “croccantini” di riso in 4 piatti e guarnire il primo con il filetto di
                  cefalo arrotolato su se stesso, il secondo con l’anguilla e il terzo con la bottarga di
                  muggine. Aggiungere un ulteriore filo d’olio extravergine di oliva. Servire prima che
                  il croccante di riso si raffreddi.




                     Secondo quanto riferito da Leonardo Carriero su Storia Toscana, le
                 prime testimonianze della coltivazione del riso nelle aree palustri del Mas-
                 sarosese risalgono al 1611; ciò nonostante, è presumibile che la sua introdu-
                 zione sia avvenuta in un’epoca ben più antica. Contemporaneamente, però,
                 le  coltivazioni  di  riso  venivano  fortemente  osteggiate  dalla  popolazione
                 locale  in  quanto  ritenute  responsabili  dell’estendersi  della  malaria.  Con
                 alterne vicende, comunque, il riso massarosese giunse fino ai giorni nostri
                 (1960-70) fin quando non cessò la coltivazione. Oggi l’ultima risaia rimasta
                 è utilizzata per la coltivazione della varietà Fior di Loto. Furono coltivati
                 molti tipi di riso, tra cui importanti il Carnaroli, l’Arborio e il Thaibonnet,
                 che per la sua piccola altezza riusciva meglio a resistere in questa zona
                 molto ventosa. Quindi, per 3-4 secoli, il riso massarosese è stato presente



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