Page 165 - La cucina del riso
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Friuli-Venezia Giulia




               Coltivazione nel FRiuli stoRiCo


                    Fu sotto il dominio della Repubblica Veneta, all’incirca alla metà del
               XVIII secolo, che si introdusse sperimentalmente la coltivazione intensiva
               del riso in Friuli. Le zone prescelte dai veneziani, arroccati nella fortezza
               di Palmanova a difesa dei confini orientali e sotto la minaccia dell’Impero
               asburgico, furono quelle della bassa pianura udinese, a Sud dell’attuale “stra-
               da napoleonica”, nelle aree più umide comprese tra i borghi di San Giorgio di
               Nogaro, Fraforeano, Titiano e Paradiso. Centrate in una pianura alluvionale
               ricca di corsi d’acqua, quali lo Stella e il Turgnano, di torrenti e di risorgive,
               al tempo queste aree planiziali erano malsane, simili a delle vere e proprie
               paludi, prestandosi però egregiamente ad essere trasformate in risaie.
                    Valerio Rossitti (1923-1999 medico, esperto di gastronomia, di agri-
               coltura, di arte, bibliofilo) narra che i primi scritti che fanno riferimento
               alla coltivazione del riso in Friuli risalgono al 1500 e descrivono appunto le
               risaie di Fraforeano, già feudo dei Conti di Varmo.
                    La famiglia dei Badoer, nei secoli XVII e XVIII, portò avanti le prime
               sistemazioni irrigue nella bassa pianura friulana, ma anche altre zone del
               Friuli furono interessate dalle prime piantagioni di riso. Si trovano riferi-
               menti al Monfalconese, a Cassegliano, ad Aquileia, a Fiumicello, oltre che
               ai già citati Titiano e Paradiso. A testimonianza di tutto ciò, esiste ancora,
               nei pressi di San Lorenzo di Fiumicello, il toponimo “risera”.
                    Sempre a Fraforeano, nel 1752, Antonio Gaspari, fittavolo dei proprie-
               tari Calbo-Crotta (famiglia patrizia veneziana), diede significativo sviluppo
               alla coltura del riso, introducendo la prima “risaia in vicenda” (così chiama-
               ta perché inserita in una rotazione agraria quadriennale con altre colture).
               La  stessa  famiglia  Gaspari,  più  avanti,  divenne  proprietaria  della  tenuta
               Calbo-Crotta che cadde in abbandono intorno al decennio 1860-1870.
                    Successivamente, un gruppo di industriali di Lodi (i Ferrara, i Granata,
               i Vigorelli) introdusse la sistemazione delle “marcite lombarde”. Tale tec-
               nica consiste nell’utilizzo dell’irrigazione a gravità, effettuata con l’acqua
               proveniente dalle risorgive anche nella stagione invernale, poiché la sua
               temperatura non scende mai sotto i 9-10 °C.
                    Fu infine il conte Vittorio de Asarta, a fine Ottocento, a dare alla tenuta



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