Page 164 - La cucina del riso
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Friuli-Venezia Giulia




                 i manuali dianzi citati, era destinato a soddisfare le voglie di moda di
                 coloro  che  se  lo  potevano  permettere.  Riso  ordinariamente  solo  sulle
                 tavole dei possidenti. Accadeva a Gorizia per la piccola nobiltà austriaca
                 e di conseguenza per le figlie che non si riusciva a dotare e che finivano
                 in convento. I conventi delle ricche famiglie, sull’onda delle consue-
                 tudini di casa, ne facevano uso per piatti particolarmente elaborati, sia
                 pure di origine straniera. Accadeva nelle case dei possidenti della destra
                 Tagliamento.
                     Non sorprende così più di tanto, trovare nel Manuale del cuoco di
                 Maria Luigia una “Torta di riso alla furlana”.



                                 TorTa di riso alla furlana

                     Antrè. fate cuocere del riso come per i timballi, e quando sarà freddo acco-
                     modatelo dentro una torta di pasta sfoglia, o frolla, e nel centro metteteci un
                     buon ragù di animelle, o feghetini, prugnoli, tartufi, ecc. coprite con la pasta,
                     decoratela con eleganza, e fatela cuocere ad un forno temperato.
                     Vincenzo agnoletti, Manuale del cuoco e del pasticciere di raffinato gusto
                     moderno.



                     Pochi i piatti con riso come ingrediente per la popolazione rurale.
                 Immancabili, e diffusissimi anche in tutte le altre regioni limitrofe, i fega-
                 tini di pollo in brodo con il riso, piatto principe, rarissimo lusso, per pranzi
                 di nozze e altre solennità, cibo per le celebrazioni più importanti.
                     Mutati gli usi e costumi dell’alimentazione e della gastronomia nel
                 secolo  scorso,  timidamente  a  partire  dagli  anni Trenta,  poi  sempre  più
                 velocemente. È arrivata la generazione del risotto. Magari si racconta del
                 “tradizionale” risotto con la salsiccia o con i funghi, tradizione moderna.
                 Ben venga, anche le tradizioni giovani sono da apprezzare.
                     Allora risotto, risotto, risotto, e al diavolo le minestre ispessite con
                 riso stracotto, incubo dell’infanzia della generazione del secondo dopo-
                 guerra. Avversione che già il fante della Brigata Sassari aveva maturato
                 nella Prima guerra mondiale, per averne dovuto inghiottire troppo nelle
                 trincee di Veneto e Friuli, ed era forse la prima volta.



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