Page 14 - La cucina del riso
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Introduzione




                     Esaminare i miti è comunque necessario quando in una società si vedo-
                 no abbandonare i vecchi miti - o almeno così si crede avvenga - e ci si stu-
                 pisce, anzi si esecra la comparsa di nuovi, senza pensare che questo avviene
                 perché nuovi miti riempiono il vuoto lasciato dai precedenti, in buona parte
                 anche identitari, abbandonati per ignoranza o miseria culturale.
                     Le tradizioni alimentari - e ben lo dimostra la quasi infinita varietà
                 territoriale della cucina che in Italia varia, si può dire, ad ogni giornata
                 di cammino - sono intessute di miti identitari, patrimonio comune di una
                 società, di cui contribuiscono a costituire l’identità comune e, in qualità
                 di racconti collettivi, rappresentano una “struttura di senso” indispensabile
                 nelle culture umane.
                     La cucina è un linguaggio che si esprime attraverso la manipolazione,
                 la presentazione e l’uso dei cibi, trasformandoli in strutture sociali, e quindi
                 umane, e ricercare l’origine di un “modello culinario”, quale può essere il
                 risotto, un supplì, una torta di riso, significa voler attingere anche ai suoi,
                 spesso oscuri, miti di fondazione e di identità - due aspetti di un’unica realtà
                 atavica - espressione di verità profonde, spesso di difficile se non impossibi-
                 le enunciazione e spiegazione, se non attraverso il linguaggio mitico.
                     Oggi si ritiene che l’identità sia strettamente collegata al confronto con
                 l’altro o il diverso, e pertanto ogni cucina identitaria, o che si ritiene tale,
                 svanisce quando abbandona i miti che la differenziavano dalle altre cucine.
                 Non è quindi un caso che, proprio oggi, si cerchino le connotazioni storiche
                 e sociologiche di preparazioni culinarie, quali le tante preparazioni di riso
                 che identificano nel tempo le cucine italiane e che, nel loro complesso, si
                 diversificano da altre cucine che trattano il riso in modi diversi, ponendolo
                 in differenti contesti gastronomici e culturali.
                     La tradizione è un mito identitario che rimane vivo nella misura in cui
                 incorpora le innovazioni di una società che cambia. Senza una continua
                 innovazione, la tradizione intristisce e decade, come un qualsiasi vivente
                 che, senza incorporare alimenti, muore.
                     Se la lunga tradizione, che aveva portato alla puls romana e ai potacchi
                 medievali, non avesse accolto l’innovazione del nuovo grano grosso provenien-
                 te da regioni lontane, il granone turco o mais, non avremmo avuto la polenta.
                     In modo analogo avviene quando, dalle regioni europee settentrionali,



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