Page 379 - Sotto il velame
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sco si ricuciono sette piaghe, che sono le macchie lasciate dai set-
           te peccati capitali. Come non accogliere, dopo i lunghi miei ra-
           gionamenti, il pensiero che i sette peccati, sette e non più, in cui
           si risolvono le tre disposizioni o quattro ferite dell'inferno, siano
           pur i sette peccati capitali corrispondenti a quelli del purgatorio,
           come ferita corrisponde a cicatrice? Ma procediamo.
              S. Agostino stesso induceva Dante a pensare ai sette peccati;
           perchè i precetti simboleggiati dai sette e sette anni di servaggio a
           Laban, se da una parte erano esortazioni a virtù, e, cioè, povertà
           di spirito e mitezza e vai dicendo, dall'altra erano divieto di pec-
           cato: salvo il primo, onora il padre e la madre; salvo il primo che
           Dante, come abbiamo mostrato, sceverava, d'accordo coi teologi,
           dagli altri della seconda tavola e metteva, come attinente a pietas,
           nella prima, con gli altri precetti attinenti a religio. Erano dunque
           divieti di peccato; e così Dante trovava nel tradizionale numero
           settenario dei peccati, qualche cosa di meglio e di più compito
           che i sei comandamenti di giustizia, col settimo di pietà! Al qual
           uopo parli finalmente il Sene che fu l'ultima guida di Dante. Egli
           dice che «sette impedimenti ci ritardano da ubbidire ai dieci pre-
           cetti». I suoi non sono propriamente i sette peccati mortali; ma
           sette sono, e sono opposti a dieci. E il dieci si trova col sette non
           solo nel Paradiso di Dante, ma e nell'inferno e nel purgatorio 1072 .
           E aggiungo che S. Bernardo contro i sette impedimenti invoca «il
           settiforme ausilio dello Spirito Santo».
              Nè aggiungo altro. Posso ripetere che usando della libertà con-
           cessa ai mistici, Dante interpretò e numerò a suo modo le beatitu-
           dini, fondendo quella dei pacifici in quella dei mansueti, e ponen-
           dola per terza contro l'ira; ponendo seconda quella dei misericor-
           di, contro l'invidia; e sopratutto pronunziando ultima quella dei
           puri di cuori, perchè a questi è ripromessa la visione. E posso
           concludere che ognuno può ripudiare i miei argomenti in tutto o
           in parte, e credere o non credere quel che vuole intorno alle virtù

           1072   D. Bern. In septuagesima, Sermo I.


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