Page 77 - Primi poemetti
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L’OLIVETA E L’ORTO

                                                            I

                         E come li amo que’ miei quattro olivi,
                         che al potatoio (sono morinelli)

                         gridano ogni anno: - Buon per te, se arrivi! -



                         Nonno di nonno li piantò; ma quelli

                         buttano ancor la mignola, mentr’esso

                         da un po’ non sente cinguettar gli uccelli!



                         E ne vengono, sì, sopra il cipresso,

                         là, verso sera! Ed esso è là; ma sento

                         che verso sera è qui con noi, qui presso.



                         Tra lusco e brusco, egli entra lento lento,

                         venendo bianco dalla vita eterna,

                         e versa l’olio con un viso attento.



                         È lui, che il nostro lume anco governa

                         con que’ suoi vecchi olivi: e quando l’Avemaria
                         rintocca, e splende la lucerna,




                         - Filate, o donne, - mormora - da brave! -




                                                           II



                         E come l’amo il mio cantuccio d’orto,

                         col suo radicchio che convien ch’io tagli
                         via via; che appena morto, ecco è risorto:




                         o primavera! con quel verde d’agli,

                         coi papaveri rossi, la cui testa
                         suona coi chicchi, simile a sonagli;




                         con le cipolle di cui fo la resta


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