Page 75 - Primi poemetti
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verso le rócche. E Rigo ancor, per uso,

                         guardava a quelle, tacito, in ascolto



                         dell’incessante sibilar d’un fuso.







                                              GRANO E VINO




                                                            I



                         «Oh! il campetto con siepe e con fossetto!

                         Nel verno io voglio, ch’io non son cicala,

                         il mio grano con me sotto il mio tetto.



                         Il buon odor di pane che si esala

                         da quel brusìo di mille chicchi d’oro,

                         quando il mio mucchio muovo con la pala!



                         Caro il mio grano! Quando il mio tesoro

                         mando al mulino, se ne va, sì, questo;
                         ma quello nasce sotto il mio lavoro.




                         Io le mie braccia, Dio ci mette il resto.

                         Me ne sa male; ed ecco che ogni staio
                         che mando, dice: - Mandami: fo cesto;




                         mandami: imboccio. - Io mando al buon mugnaio.
                         - Mandami: impongo; mandami: rassodo. -

                         Poi, quando nulla resta nel solaio,



                         l’ultimo dice: - To’ la falce: a modo! -




                                                           II




                         Lodo la spiga e lodo ancor la pigna.

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