Page 108 - Poemi conviviali
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l'ombra seguace irrigidì quel moto
per sempre; e stette nelle braccia tese
degli oculati pugili già pronto
lo scatto di fischiante arco di tasso,
ed alla mano al lanciator ricurvo
restò sospeso impazïente il disco
in cui pulsava il vortice di ruota,
ed alla pianta alta de' corridori
l'impeto rapido oscillò del vento:
gli efebi intenti a contemplar la gara
ressero sul perfetto omero l'asta.
In tanto a luminosi propilei,
con sul capo le braccia arrotondate,
vedeva lente vergini salire:
la pompa che albeggiò per un momento,
eternamente camminò nell'ombra.
Vide, sotto la scorza aspra del monte,
emersa dalle grandi acque Afrodite
vergine, al breve anelito del lampo
che la scopriva, con le pure braccia
velar le sacre fonti della vita:
l'ombra seguace conservò per sempre
la dolce vita ch'esita nascendo.
E vide anche la morte, anche il dolore:
vide fanciulli e vergini cadere
sotto gli strali di adirati numi,
e tutti gli occhi volgere agl'ingiusti
sibili: tutti: ma non già la madre:
la madre, al cielo; e proteggea di tutta
sé la più spaurita ultima figlia.
In tanto le Nereidi dal mare
volsero il collo, con la nivea spinta
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