Page 107 - Poemi conviviali
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s'aprì, mostrando, come in ossea noce
                                            bianco gariglio, te di Pan bicorne
                                            figlio, o Sileno: e tu ridevi al sole
                                            riscintillante sopra l'ulivete;
                                            e tu puntavi con l'orecchie aguzze
                                            l'aereo mareggiar delle cicale.
                                            Ma che mai cela questa rupe? Io venni
                                            a domandarti perché mai sorridi
                                            solo, costì, col tuo marmoreo volto,
                                            e come tendi le puntute orecchie
                                            al sibilìo de' fragili canneti.
                                            Od altro ascolti e vedi altro, Sileno?


                                               Scopas, alunno dell'alpestre Paro,
                                            così parlava al candido Sileno
                                            figlio improvviso della roccia, nato
                                            sotto martelli immemori di schiavi.
                                            Il giovinetto gli sedea di contro
                                            sopra un macigno, con al vento i bruni
                                            riccioli, in mezzo a molti blocchi sparsi,
                                            come il pastore tra l'inerte gregge.
                                            E gli rispose il candido Sileno,
                                            o parve, a un tratto con un volger d'occhi
                                            simile a lampo che vaporò bianco
                                            e scavò col fugace alito il monte.
                                            Ed a quel lampo il giovinetto vide
                                            ciò che non più gli tramontò dagli occhi.

                                               Vide, sotto la scorza aspra del monte,
                                            vide il tuo regno, o bevitor di gioia,
                                            vecchio Sileno: una palestra: in essa
                                            sorprese il breve anelito del lampo
                                            in un bianco lor moto i palestriti:



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