Page 10 - Morella
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quale aveva dato la vita morendo, e che non respirò sin-
ché la madre non ebbe finito di respirare – la sua creatu-
ra, una bambina, visse. E crebbe meravigliosa di perso-
na e d’intelletto, rassomigliando perfettamente a colei
che era dipartita, e io l’amai di un amore più fervido di
quel che non avrei creduto mai possibile provare per al-
cuna creatura terrestre.
Ma non trascorse molto tempo e l’orizzonte di quel
puro affetto si oscurò e le nuvole dell’angoscia, dell’or-
rore e del dolore, lo percorsero. Ho già detto che la
bambina cresceva meravigliosa di persona e d’intelli-
genza. Strano in verità era il rapido sviluppo del suo
corpo, ma terribili, terribili erano i tumultuosi pensieri
che si affollavano in me nell’assistere allo sviluppo del
suo intelletto. E come poteva essere altrimenti quando
giornalmente scoprivo, nelle concezioni della bambina, i
poteri e le facoltà già adulte della donna? Quando lezio-
ni di esperienza cadevano dalle sue labbra infantili?
Quando di ora in ora vedevo rilucere nella sua ampia
pupilla speculativa la saggezza e le passioni della matu-
rità? Quando, dico, tutto questo divenne palese ai miei
sensi atterriti – quando mi fu impossibile nasconderlo
più a lungo all’anima mia, e negarlo alle mie facoltà che
fremevano di doverlo accettare –, v’è da meravigliarsi,
se sospetti di una natura terribile e inquietante si siano
infiltrati nel mio spirito e se il mio pensiero sia ritornato
con orrore agli strani racconti ed alle eccitanti teorie
della sepolta Morella? Io toglievo alla curiosità del
mondo un essere che il destino mi comandava di adora-
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