Page 6 - Morella
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stici che vengono in generale considerati come la zavor-
ra della più antica letteratura tedesca. Questi, per ragioni
che non potevo immaginare, formavano il suo studio co-
stante e favorito; e se col tempo divennero anche il mio,
deve venire attribuito alla semplice ma efficace influen-
za dell’abitudine e dell’esempio.
In tutto questo, se non sbaglio, la mia ragione non en-
trava per nulla. Le mie convinzioni, se ben ricordo, non
erano affatto basate sull’ideale, e ammenoché non m’in-
ganni di molto non si sarebbe potuto scoprire nelle mie
azioni e nei miei pensieri alcun riflesso del misticismo
delle mie letture. Persuaso di ciò, mi abbandonai impli-
citamente alla guida di mia moglie ed entrai con cuore
imperturbato nel labirinto dei suoi studi. E allora – allo-
ra, quando, immergendomi nella lettura di pagine proi-
bite, io sentivo uno spirito proibito destarsi in me, Mo-
rella veniva a porre la sua gelida mano sulla mia, e rac-
coglieva dalle ceneri di una filosofia morta qualche gra-
ve e singolare parola, il cui strano significato si scolpiva
nella mia memoria. E allora, per ore e ore, mi trattenevo
accanto a lei ascoltando la musica della sua voce, sino a
quando quella melodia si coloriva di terrore, e un’ombra
cadeva sull’anima mia, e io diventavo pallido, e interior-
mente rabbrividivo a quegli accenti ultraterreni. E così
la gioia all’improvviso svaniva nell’orrore, e il più bello
si cambiava nel più orribile, allo stesso modo che Hin-
non diventò la Gehenna.
Non è necessario stabilire il carattere preciso dei
temi, che, sorgendo dai volumi di cui ho parlato, costi-
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