Page 66 - Odi e Inni
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volgesti alla luce lontana?
                         era, tra i cantici della dïana,

                         l’aurora... o la morte?



                         Chi discendeva a quell’ora
                         per le boscaglie di querci
                         col calpestìo d’un esercito

                         grande sopra aride frondi?
                         chi salutarono i rombi profondi?

                         la morte... o l’aurora?


                         Ché tu sapevi dal vate Acarnane,

                         la sorte qual era.



                         Egli gittò nelle sacre fontane
                         la pietra sua nera.
                         Disse: – Adornatevi, eroi;

                         cingete ai capelli le bende!
                         ché con l’aurora tra voi

                         la morte dimane discende –.






                                                            II


                         Ma non venivi, io ricordo,
                         da Lacedemone cava
                         tu; né tuoi figli ora lava

                         l’Eurota sonante di canne,
                         e non li bea nelle nove capanne

                         l’arguto eptacordo.


                         Né tu da Tespie o da Cirra,

                         né dalla ricca Corinto;
                         dove l’etère dal cinto

                         leggiadro hanno i mille lavacri:
                         mille fanciulle vi bruciano lacrime
                         bionde di mirra.






                         Te questo lido mandava, ch’Esperio


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