Page 64 - Odi e Inni
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INNI








                                       A GIORGIO NAVARCO ELLENICO





                                                            I






                         Stridé la catena
                         dell’ancore gravi,
                         cantò la sirena

                         su l’agili navi,
                         fremeva di plauso il Pireo.

                         Pareva dal colle Eretteo
                         nell’etere un’ombra sfumare
                         (di dea?):

                         su l’asta le ardea
                         la stella polare.

                         Già lungi dal lido
                         muggivano l’onde;
                         sonava quel grido

                         qual urto di fronde
                         nel bosco, ad un ampio alitare.

                         Tra il cupo tumulto del mare
                         pareva d’un popolo d’anime,
                         vano,

                         quel plauso lontano
                         da’ mondi lontani.

                         Allora si volse il navarco,
                         si volse a quel morto sussurro:
                         e vide diritta nell’arco

                         del fulgido azzurro,
                         coi piedi su l’arce fatata,

                         col capo nell’ombra serena,
                         l’imagine astata
                         di Pallade Athena.






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