Page 63 - Odi e Inni
P. 63
nell’onda azzurra che ti culla
già, l’anima loro fanciulla,
ch’emerge nuda semplice libera,
monda di mali, tersa di lacrime,
sì che nell’isola, per dono
del cielo, risóno chi sono:
fanciulli; eterni fanciulli, ch’amano
quello che andando gli uomini lasciano
cadere, e il mezzo più che il tutto,
e il fiore più tanto che il frutto:
vanno cantando, cantano, ed amano
la dolce vita, ch’ilari donano
al lor amor così novella,
sì pronti, per ciò che sì bella.
Quivi poi l’arme trovano, d’ellera
fiorite, e l’arpe ch’orna il Sol aureo,
tessuto lì tra corda e corda
dal ragno che l’inno ricorda –.
Sciacquava il mare cerulo, assiduo,
sommesso, come cuore; e sul margine,
velato da un oblìo canoro,
splendeano gli asfodeli d’oro.
– O gran fanciullo – ti ripetevano
con dolci intorno voci le vergini,
– è il porto! il porto! il porto! vedi
nei prati gli eroi con gli aedi:
fanciulli eterni! vedi ch’è l’isola
degl’immortali! Va dove dicono
ch’erra la grande ombra d’Achille,
e, rossi, in un nuvolo, i Mille! –
Novembre 1910.
61