Page 62 - Odi e Inni
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Discende? Ascende! Aquile, gli occhi aprite
avvezzi al sole che gli spazi invade,
alle stelle remote ed infinite!
Là, sulle incerte nebulose rade,
là, sull’immensità che gli s’invola
di sotto, là, su l’alto cielo ei cade.
Cade, con la sua grande anima sola
sempre salendo. Ed ora sì, che vola!
Bologna, novembre 1910.
ABBA
T’erano attorno lievi le vergini
sorelle, navicelle che sfiorano
volando questo mar crudele:
ne udivi frusciare le vele;
schioccar le vele bianche, le sartie
ronzar ne udivi lucide, ed esili
lor voci. – O tardamente accorto,
sei giunto – dicevano: – è il porto! –
Udivi queti bisbigli e queruli
lagni interrotti, come di passeri
désti d’un subito nel colmo
dell’umida notte su l’olmo.
– Chiedi. Ove sono? Ma sei nell’isola –
dalle ondulanti cimbe le vergini
ti sussurravano soavi:
– che in mezzo del mare sognavi;
dove la veste vieta si spogliano
e il fuggitivo sembiante, e lavano
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