Page 57 - Odi e Inni
P. 57

le miche accese d’altri mondi infranti.



                         Dante era l’uomo. E tu dicevi: – Io posso
                         spezzarti, o Terra. E niuno saprà mai

                         che v’era un globo, ora da me percosso,


                         nei freddi cieli. Ti disperderai

                         come una grigia nuvola d’incenso,
                         o nera Terra! E tu, Ombra, che stai? –



                         Stava. Egli solo nello spazio immenso
                         stava a te contro, a guardia degli umani,

                         astro di morte. – Io mi son un che penso –



                         egli diceva – e sempre è il mio domani –.





                                                           VI



                         Tu gli solcasti della tua minaccia
                         la dura fronte; e il pensator terreno
                         le mani aperse ed allargò le braccia.



                         E immobilmente ascese tra il baleno

                         delle tue scheggie, ascese senza fine,
                         come in un plenilunïo sereno.



                         Gli si frangean, col croscio di ruine,
                         bolidi intorno; in polvere lucente

                         ridotto il cosmo gli piovea sul crine.


                         Negli occhi aperti, accese appena e spente,

                         morian le stelle. E Dante fu nessuno.
                         Terra non più, Cielo non più, ma il Niente.



                         Il Niente o il Tutto: un raggio, un punto, l’Uno.



                                                                                                     Gennaio
                                                                                                          1910.





                                                                                                               55
   52   53   54   55   56   57   58   59   60   61   62